Marche: calano le assunzioni, colpiti soprattutto i precari

Sono state 61 mila le assunzioni nelle aziende marchigiane nel primo semestre dell’anno in corso. C’è stato un calo significativo, del 15,8% rispetto allo stesso periodo del 2018. Come spiega l’Ires Cgil Marche, che ha elaborato i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, “la maggior parte delle assunzioni sono con contratto a termine o precario (91,4%)”. Appena l’8,6% è stato dunque assunto con un contratto a tempo indeterminato.

La novità è che in tutti i tipi di lavoro precario si registra una diminuzione dell’occupazione. Crescono solo il lavoro stagionale (11 mila attivazioni, +6,4%) e il lavoro intermittente (12 mila, +1,7%). Il contratto a termine (22 mila) resta la tipologia più utilizzata, ma rispetto allo stesso periodo del 2018 c’è un calo del 21,8%. Dopo tre anni, per la prima, non c’è crescita nel contratto di apprendistato (-4,3%, 3.205 unità). Sono cinquemila i contratti a tempo indeterminato (-4,8%) che, nel complesso delle attivazioni, accrescono il loro peso, che però resta pari a metà della media nazionale (15,3%). Le cessazioni di rapporti di lavoro, nello stesso periodo, sono state oltre 43mila e diminuiscono del 15,5%.

Tra le diverse forme di contratto, l’unica ad avere saldo negativo tra assunzioni e cessazioni è il tempo indeterminato, con 2.800 contratto in meno. Il che significa che i contratti stabili attivati nel 2019 sono molto di meno rispetto a quelli cessati. Le altre forme hanno tutte saldo positivo, pure il tempo determinato, che però diminuisce rispetto al saldo dello stesso periodo dell’anno scorso.

Le Marche risulta essere la penultima regione d’Italia per percentuale di contratti a tempo indeterminato attivati nei primi sei mesi del 2019 (solo l’8,6% sul totale); fa peggio solo il Trentino Alto Adige (8,2%). è anche la seconda regione per utilizzo di contratti di lavoro intermittenti, battuta solamente dall’Umbria, oltre il doppio della media nazionale. Per quel che riguarda le trasformazioni di contratti precari a tempo determinato, dato positivo per tutte le tipologie: +51% delle trasformazioni da contratto a termine, +27% dei contratti intermittenti e +8% dei contratti d’apprendistato.

Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil, commenta così: “I dati dell’Inps confermano quelli
preoccupanti diffusi dall’Istat qualche giorno fa. C’è una frenata dell’occupazione nel Paese che, nelle Marche, è ancora più marcata e che mette a nudo i limiti di un’economia fatta di piccole
imprese e di lavoro poco qualificato. Il calo degli ordinativi nei settori manifatturieri sta facendo
aumentare il ricorso alla Cig e i primi a farne le spese sono i lavoratori precari, cioè i primi ad
essere espulsi dal processo produttivo. E‘ così che si spiega il calo del 17% dei tempi determinati
e la conferma giunge dall’aumento delle domande di Naspi (indennità di disoccupazione). L’unica nota relativamente positiva è che iniziano a vedersi gli effetti del decreto dignità sulle trasformazioni da contratti a termine a tempo indeterminato; effetti però attenuati e vanificati
dall’andamento generale del mercato del lavoro”.

Exit mobile version