‘Pordenonelegge’ fa il record: 150 mila partecipanti

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‘Pordenonelegge’ ha battuto il suo record. La ventesima edizione, infatti, ha visto la partecipazione di 150 mila persone (erano state 130 mila nel 2018), che hanno assistito a 366 appuntamenti dal 18 al 22 settembre, con ben 650 ospiti in appena cinque giorni.

“Il pubblico ha reso memorabile questa edizione e si è ancora una volta superato per attenzione e competenza nella scelta dei propri percorso all’interno di un cartellone oceanico” hanno fatto sapere gli organizzatori e promotori.

‘Pordenonelegge junior’ ha visto la presenza di 12 mila studenti, coinvolti nel progetto. Più di cento le voci poetiche del ‘festival nel festival’, 65 anteprime e 53 conferenze. Consolidata la ‘legacy’, la grande eredità del festival: nove autori su dieci sono sicuri che Pordenonelegge abbia considerevolmente contribuito a far crescere la città. La conferma arriva dall’indagine ‘I tuoi 20 anni di Pordenonelegge’, promossa da Fondazione Pordenonelegge e coordinata dal professor Guido Guerzoni, docente della Bocconi, con 5.500 interviste effettuate.

Il presidente Giovanni Pavan commenta: “Si chiude così il cerchio: Pordenonelegge nasceva nel 2000 per volontà della Camera di Commercio, che voleva attirare l’attenzione sul territorio per esprimere le potenzialità turistiche e culturali. Oggi è stato certificato che l’attività culturale ha realmente caratterizzato il contesto sociale ed economico del territorio ed esercitato un’influenza duratura sulle opinioni, le percezioni, le decisioni di tanti stakeholder della Festa del Libro”.

Il direttore artistico Gian Mario Villata aggiunge: “Scrittori, poeti, editori e saggisti si danno appuntamento ogni anno perché trovano una atmosfera speciale, una città coinvolta capillarmente, scelte di programma diversificate e capaci di valorizzare le proposte ‘pop’ – da Pippo Baudo a Francesco Guccini – come le eccellenze di preziose nicchie culturali del nostro tempo, ne è esempio il poeta ungherese Imre Oravecz, straordinariamente apprezzato. Ottimo bilancio per gli incontri legati alla scienza e all’economia, così come per il percorso tra storia e attualità sul filo rosso del tema europeo: segno di una volontà estesa di ritrovare i valori fondanti della res pubblica nazionale e della Ue”.

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