La magia di Cristicchi a Todi: “Vi farò volare sulla mia astronave per due ore”

C’è qualcosa di magico nell’essere artista da parte di Simone Cristicchi. E questa magia arriverà sul palco umbro per chiudere degnamente l’edizione 2019 del Todi Festival. Un vero e proprio colpaccio per Todi essere riusciti a portare in città il cantautore e autore teatrale, presidente dello Stabile dell’Abruzzo.

Inizia con una battuta la chiacchierata con lui: “Com’è nata l’idea di venire al Todi Festival? Sono stato invitato”. Poi, però, Simone Cristicchi più seriamente spiega cosa vuol dire per lui questo appuntamento: “Questa sarà l’unica data in Umbria e sono contentissimo di esserci perché si tratta di un Festival prestigioso”.

Canterà, come ha fatto all’ultimo Festival di Sanremo, anche se “da dieci anni mi occupo di teatro. Dirigo lo Stabile dell’Abruzzo, il teatro è diventato il mio percorso principale. Al concerto di Todi porterò il mio bagaglio d’esperienza. Sarà una sorta di musical in cui racconto il mio percorso artistico”. Cristicchi ha ‘costruito’ un po’ per caso la canzone principale, ‘Abbi cura di me’, la stessa presentata a Sanremo: “Serviva il testo per uno spettacolo ed è uscita questa canzone. Una specie di decalogo dei temi dello spettacolo stesso. Per me, aver scritto questo testo, ha avuto soprattutto un significato: tornare a fare i concerti live, dal vivo. ‘Abbi cura di me’ a Sanremo, pur senza appoggi di radio e tv, ha avuto successo grazie a una rete invisibile di persone. A me ha ridato voglia di andare in giro in tournée. Ho riassaporato il gusto di dire e dare messaggi in una canzone”.

Continua: “Ho messo tutto me stesso. Si parla, nella canzone, di fragilità, di superamento del dolore. È quasi una preghiera. C’è il tema della forza del perdono perché non puoi costruire un futuro senza questa. La forza del perdono ti rimette in moto. Oggi in giro c’è grande aggressività, cattiveria, i social sono lo specchio della società. La mia canzone è un percorso, invita a guardare quali sono i veri valori. Le parole sono una cura per il mondo e per noi”.

La vera vittoria, precisa Cristicchi, è che questo testo sia stato adottato dalle scuole di ogni grado: “Si studia dappertutto. Ed è importante sapere che la musica non è intrattenimento, ma strumento. Viene fatta ascoltare anche in ospedale per stare meglio e nelle omelie, durante la messa”.

Il pubblico di Todi accoglierà un poeta della musica: “Io porto sul palco la mia emozione, l’altalena di stati d’animo diversi. I racconti di una vita in forma di musica. C’è e si crea una grandissima partecipazione emotiva. Il pubblico che viene ai miei concerti mi conosce, si crea energia tra me e loro. Ho ricevuto sempre standing ovation, il che significa che c’è ancora speranza che tornino a prevalere i valori buoni. La bellezza, la felicità: il pubblico ha sete di questo. Perciò io invito tutti al mio viaggio, a salire sull’astronave per un paio d’ore. A volare con me. Porterò il pubblico in un’altra dimensione. Un altro valore che cerco sempre di trasmettere è l’umiltà. Perché è ciò che so e che porto sempre con me nella mia valigia”.

Non è detto che Todi debba godere di Simone Cristicchi solo per il concerto del Festival. Lui stesso ammette di apprezzare molto Jacopone e chissà che un domani non possa fare un recital, magari sfruttando le laudi del mistico umbro: “Mi piacerebbe approfondire la sua figura. Il mio percorso mi porta qui, ho abbandonato ormai la canzonette. I mistici hanno grande fascino: da Jacopone, che ha composto poesie che fanno vibrare l’anima, a San Francesco, a San Bonaventura. Sono tutti portatori di un messaggio che resta, che è eterno”.

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