Aur: “Velocizzare i collegamenti ferroviari per fare crescere l’Umbria”

L’Umbria e i treni, un matrimonio con parecchie litigate. E qualche miglioramento, come l’Etr 500 che, dall’anno scorso, collega Perugia a Milano con partenza alle 5.13 e ritorno la sera. O Freccialink, autobus più treno – per favorire la connessione tra Assisi-Perugia e i Frecciarossa per Bologna, Milano, Venezia e le altre destinazioni. A luglio 2018, poi, è stato siglato un nuovo contratto tra la Regione Umbria e Trenitalia: “Prevede investimenti per oltre 236 milioni di euro per il trasporto regionale per il rinnovo della flotta e ulteriore miglioramento delle performance di qualità a vantaggio dei pendolari”.

Qualcosa si sta facendo, rileva dunque l’Aur, l’Agenzia Umbria Ricerche. Ma “i tempi di percorrenza da Perugia per Roma o da Terni per Firenze, giusto per fare due esempi, non sono proprio entusiasmanti”. Ci sarebbe insomma bisogno di velocizzare i tempi di percorrenza per avvicinare l’Umbria a Roma e a Firenze. Che sono due città fondamentali e che avrebbero dunque necessità di collegamenti veloci. Il che porterebbe ricadute positive sullo sviluppo socio-economico e demografico di una regione che arranca, come da indicatori economici. Il Pil pro capite reale è passato da 26.717 euro del 2008 a 22.570 del 2017.

I dati demografici non sono da meno. Il 31 dicembre del 2010 eravamo a quota 906 mila, sette anni dopo siamo a 884 mila. Sono 18 mila le persone che se ne sono andate, come se una città come Marsciano si fosse trasferita completamente altrove. “Andrebbero pensate e realizzate determinate azioni per velocizzare il servizio ferroviario. Potrebbe tornare utile anche per erodere qualche abitante a Roma e a Firenze, oltre che qualche attività economica”.

Mettendo sul piatto collegamenti migliori e più veloci alla qualità della vita che l’Umbria offre, si potrebbe assistere all’aumento di Pil e popolazione. “Il concetto di velocità degli spostamenti è vitale per qualsiasi regione che voglia avere un futuro economico, culturale e relazione attivo. La contemporaneità ci impone di essere collegati agli altri, in modo veloce e con mezzi moderni”. Il rischio è restare un luogo irraggiungibile o raggiungibile a fatica, di conseguenza marginale.

“Ci sarebbe bisogno di una convergenza di intenti tra tutti gli attori locali, pubblici e privati, e il governo del Paese. Ma, prima ancora, bisognerebbe essere consapevoli che il sommarsi di certe dinamiche economiche e demografiche, tutt’altro che positive, alla lunga può mandare in default un territorio”. Secondo Dietrich Bonhoeffer, “se sei salito a bordo del treno sbagliato, non ti serve a molto correre lungo il corridoio nella direzione opposta”.

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