L’identità dell’olio dell’Umbria diventa strategico per la Regione Umbria.

C’è stato un confronto con gli operatori del settore olivicolo – oleario condotto dall’assessore regionale Fernanda Cecchini ieri al Trevi: in ballo c’era la prima stesura del “Progetto speciale settore olivicolo-oleario”: “Il progetto olio, che rientra tra i fabbisogni individuati nel PSR per l’Umbria, è volto ad approfondire tutte le possibili azioni da mettere in campo per il rilancio del settore olivicolo-oleario a partire dagli strumenti finanziari messi a disposizione dalla programmazione dei fondi comunitari. Per noi si tratta di un documento strategico perché va a toccare un elemento importante della stessa identità dell’Umbria e fa seguito a quelli già predisposti nei settori della zootecnica e del vino”.
“Il documento che abbiamo presentato a Trevi ai diversi protagonisti della filiera olivicola umbra – ha affermato l’assessore – rappresenta una prima elaborazione di un progetto di valenza altamente strategica per questa regione dal punto di vista produttivo ma anche ambientale e culturale”.
Il settore dell’olio in Italia ha subito negli ultimi anni un ridimensionamento produttivo notevole. Primo Paese consumatore e secondo paese produttore al mondo, l’Italia è anche il primo importatore per una quota che si aggira attorno al 70% del proprio fabbisogno. In questo contesto nazionale anche l’Umbria ha visto una grave riduzione della produzione e un tendenziale abbandono di tante superfici marginali. La produzione certificata di Dop Umbria si è ridotta, passando dalle 576 tonnellate del 2013 alle 410 del2016, pari al 4,1 per cento della produzione totale nazionale. I frantoi operanti nella nostra regione sono 215: 156 in provincia di Perugia e 59 in quella di Terni.
“La crisi produttiva degli ultimi anni – ha proseguito Cecchini – ha causato una situazione di difficoltà per molte aziende olivicole, con rischi concreti per la tutela ambientale e paesaggistica di molti comprensori, a causa del pericolo di abbandono della coltivazione dell’olivo soprattutto nei terreni più marginali. L’olivicoltura infatti riveste grande importanza da un punto di vista economico ma anche da quello paesaggistico ed ambientale”.
In Umbria la superficie olivata è di circa 29.000 ettari, con una produzione di olio che ha avuto il suo picco massimo nel 2008 con 11.800 tonnellate per poi passare ad una media di 4.491 tonnellate nelle ultime campagne dal 2013 al 2016.
Partendo proprio dall’analisi del contesto produttivo regionale realizzata nell’ambito del PSR 2014-2020, la Giunta regionale ha stabilito di dare avvio ad un Progetto speciale per il settore olivicolo-oleario.
L’Umbria rappresenta oggi l’1,2% della produzione nazionale; ha una DOP estesa a tutto il territorio regionale; ha un crescente numero di produttori medi di altissima e alta qualità; più di 200 frantoi e una fiorente industria di trasformazione assai dinamica.
“Il documento che si presenta – ha proseguito l’assessore -, riveste carattere preliminare utile ad ulteriori approfondimenti anche tecnico-scientifici che nascono dal confronto con la filiera.
Non è dunque un punto di arrivo ma di partenza, una partenza che avviene sulle basi solide di una corposa ricognizione di tutti gli elementi di contesto necessari e di tutte le opzioni tecnicamente oggi possibili per sviluppare una olivicoltura moderna, competitiva, remunerativa e ambientalmente sostenibile”.
Il documento è stato redatto da un comitato scientifico composto da esperti dell’Università di Perugia, Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio di ISMEA (MIPAAFT) e mondo delle professioni e coordinato da Andrea Sisti, presidente dell’Associazione mondiale degli agronomi”.

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