Occupazione in Umbria: Ires Cgil Umbria, dati smentiscono ottimismo

Aumento della cassa integrazione straordinaria e della disoccupazione. Questa è la fotografia della fase congiunturale dell’Umbria, messa in evidenza dai dati dell’Inps ripresi dall’Ires Cgil Umbria. C’è stato dunque un aumento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria nel mese di dicembre 2018 e una crescita spiccata della Naspi per tutto l’anno scorso.

Complessivamente, le ore di Cig sono state 430.235 nel dicembre 2018 contro le 201.565 del dicembre 2017, con un aumento dunque del 113 per cento. Impennata per la cassa integrazione straordinaria (da 37.630 ore di dicembre 2017 a 323.827 di dicembre 2018). Il trend di domande di disoccupazione (Naspi) è stato in continua crescita: 22.485 nel 2016, 23.661 nel 2017, 23.836 nei primi undici mesi del 2018. Le proiezioni dell’Ires Cgil sono per il superamento delle 26 mila domande l’anno passato, con un +10 per cento rispetto al 2017 e del +16% rispetto al 2016.

“Questi dati smentiscono ogni lettura ottimistica della fase economica e sociale che stiamo attraversando. Per quanto riguarda la disoccupazione, nel periodo gennaio – settembre – è scesa al 9,2% contro il 10,6% del 2017. Ma la qualità dell’occupazione resta molto scarsa. L’Osservatorio nazionale Inps sul precariato dice infatti che solo il 19% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato.

Queste sono le caratteristiche della disoccupazione: quella femminile sale al all’11,8 dal 10,6%. Quella giovanile, dai 15 ai 24 anni, sale dal 30,8% del 2017 al 33,1% del 2018. Quella di lunga durata, dunque oltre i 12 mesi, sale al 5,2 al 4,9%. Analizzando i settori, nel periodo gennaio-settembre 2018. assistiamo a queste variazioni: agricoltura +13,7% (Italia +1,1%), industria -2,4% (Italia +2,3), costruzioni +4,3% (Italia-1,5%), servizi -0,2%(Italia +0,8%). Per un totale complessivo dell’andamento della occupazione del periodo gennaio–settembre 2018 di +0.2% (Italia +1.0%).

Passiamo alle differenze di genere: il 55,9% degli occupati umbri è maschio (58% in Italia), il 44,1% è femmina contro una media del 42% in Italia. Le forme contrattuali: 21,2% degli occupati umbri è a tempo determinato (20,1% per l’Italia), i tempi indeterminati sono l’83,3% (84,4% la media italiana). I Neet, ossia i giovani tra i 15 e i 34 che non studiano e non lavorano, toccano il 20% contro il 18% dell’anno precedente.

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