Umbria: crescita economica moderata, ma nel turismo tornano gli stranieri

C’è il sole, ma è meglio prendere l’ombrello. Potremmo sintetizzare così il momento economico dell’Umbria. O meglio, così sintetizza la situazione Nicola Barbera, direttore della filiale di Bankitalia di Perugia, relativamente al primo semestre del 2018: “Il cielo è abbastanza soleggiato, ma non è chiaro che tempo farà domani”. La crescita c’è, ma moderata, in più a livello mondiale negli ultimissimi mesi c’è stato un rallentamento del commercio. E bisogna aggiungere la situazione incerta a livello politico ed economico in Italia.

Insomma, in Umbria la situazione è discreta, ma non buona come nel resto del Paese: “L’Umbria ha problemi strutturali: la bassa produttività e la carenza di managerialità. Molte imprese sono piccole ed è difficile, per non dire impossibile, pagare quelle figure che servirebbero per incrementare lo sviluppo. Il problema è trovare il modo di far arrivare questi servizi, magari in modo aggregato attraverso la mano pubblica, le reti di impresa o le associazioni. Servono manager per crescere: ciò permetterebbe anche di smorzare il ciclo economico, agendo con strumenti più scientifici e meno di pancia”.

I numeri dicono forse più delle parole. Dal 2015 l’economia umbra cresce a ritmo moderato, con un +3,4% per gli ordini industriali. Il segno ‘+’ riguarda pure le imprese con meno di dieci dipendenti. Bene in particolare le aziende di export per quanto riguarda il fatturato (+5,6%, +2% rispetto alla media italiana), trainate da abbigliamento di lusso e macchinari. Si sono ripresi anche i metalli, dal 2017 in poi. Resta indietro l’edilizia (come non pensare alla Perugia-Ancona…). L’80% delle aziende prevede un calo di produzione nel 2018. Il livello di compravendite di abitazioni cresce a un ritmo che è meno della metà della media nazionale (2,2% contro il 5%).

Investimenti. Nel 2018 le imprese prevedono un calo del 12%, nel 2019 la spesa dovrebbe essere stazionaria. Bankitalia fa notare la differenza tra il 2009 e il 2018 a livello di negozi. Oggi ci sono meno punti vendita per abbigliamento e calzature, meno alimentari non specializzati ed edicole; in aumento gli alimentari specializzati, la grande distribuzione (croce e delizia per l’Umbria), le parafarmacie e i negozi che vendono telefonia e informatica. In generale, però, siamo in negativo, nelle vendite, per tutti i settori del commercio al dettaglio.

L’occupazione nel 2018 è stabile. La disoccupazione è scesa al 9,9%, soprattutto perché meno persone hanno cercato lavoro. Sono riprese le assunzioni a tempo indeterminato (+20%). Rallenta la crescita del credito, dal +2,3% al +1,5%. Se per le famiglie siamo al +3,7%, grazie alla spinta del credito al consumo (+9%), per le piccole imprese prosegue la diminuzione (-2%) e per le grandi rallenta la crescita. Migliore è però la qualità dei crediti erogati. Il flusso di nuovi prestiti deteriorati, in rapporto al totale dei finanziamenti, è sceso ai livelli precedenti alla crisi (3%). Per le famiglie il tasso di deterioramento ha registrato un nuovo minimo, per le imprese c’è stato un peggioramento, in particolare nel manifatturiero.

Capitolo turismo, ampio. Secondo le statistiche della Regione, nei primi otto mesi del 2018 ci sono stati 1,6 milioni di arrivi e 4,3 milioni di presenze (notti trascorse). Si tratta di un aumento notevole rispetto al 2017 (+18% per gli arrivi, +12% per le presenze), ma ancora lontano dal 2016 (-5 e -4,2%). Il record si è registrato ad agosto (329 mila arrivi e un milione di presenze), ma rispetto al 2016 il segno ‘-‘ è presente in tutti i mesi, salvo aprile. Sempre nel 2017, crescita di oltre un quarto per l’Assisano, del 9,2% per il Perugino in termini di presenze e del 19,2% per gli arrivi. Al Trasimeno siamo a +4 e +7,6%, nel Folignate +19% e +16%, nell’Orvietano +18 e +11%. Solo il Ternano cala per le presenze (-6,5%), ma non per gli arrivi (+4,6%). Riparte la Valnerina (+83% per gli arrivi, +22% per le presenze), ma resta abbondantemente sotto rispetto ai livelli del 2016.

Fa ben sperare il fatto che siano tornati i turisti stranieri: +15%. Siamo al +20% per gli italiani in relazione agli arrivi, +10% per le presenze. Nelle strutture extra alberghiere abbiamo +22% per gli arrivi e +15% per le presenze; gli alberghi si fermano a +16 e +8%. Rispetto al 2016, c’è stato un aumento dei clienti stranieri (+4%) e di notti trascorse (+2%). Segno simile in tutta la regione, tranne Valnerina ed Eugubino. In ribasso invece i numeri per quanto riguarda gli italiani, rispetto al 2016: -8% le presenze, -9% gli arrivi.

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