Olio Evo: Unaprol, “Dall’Oms un nuovo attacco”

Ancora un duro attacco al made in Italy e a uno dei suoi prodotti simbolo: l’olio extra vergine di oliva. Sette Paesi della ‘Foreign Policy and Global Health’ hanno presentato all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) un progetto di risoluzione che “esorta gli Stati Membri a adottare politiche fiscali e regolatorie” che dissuadano dal consumo di cibi insalubri. Tale piano verrà discusso entro la fine del 2018 dall’Assemblea Generale Onu a New York. Si tratta di un nuovo tentativo, dopo quello dello scorso settembre al Terzo Forum di alto livello dell’Onu sulle malattie non trasmissibili, per far passare bollini allarmistici e fuorvianti su alcuni prodotti, compreso l’olio EVO, a tutto vantaggio delle multinazionali.

“E’ una battaglia che da sempre ci vede schierati in prima linea per difendere alimenti di grande qualità che fanno parte della cultura e della tradizione italiana – spiega David Granieri, presidente di Unaprol-Consorzio Olivicolo Italiano – Il tentativo di dissuadere dal consumo di olio, incoraggiando ad esempio verso l’acquisto di bevande gassate ricche di aspartame, è spiegabile solo attraverso logiche che purtroppo nulla hanno a che fare con una sana e corretta alimentazione. A rendere la vicenda ancora più paradossale è che tutto ciò arriva a pochi giorni di distanza dall’ennesimo studio, sostenuto in questo caso dall’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), in cui si dimostrano gli effetti benefici che derivano da un consumo quotidiano di olio extra vergine d’oliva. Secondo la ricerca, infatti, l’acido oleico, sostanza che si trova in grande quantità solo nell’olio extravergine di oliva italiano, aiuta a prevenire e combattere i tumori intestinali”.

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