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Lotta al sommerso. Prima di tutto. Sono oltre 380 le “strutture ricettive fantasma” al Lago Trasimeno

di Marcello Guerrieri
22/06/2018
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Un’offensiva contro l’illegalità quella sviluppata in questi giorni da Confcommercio Umbria e Federalbeghi, associazioni di categoria che hanno quantificato in 380 le strutture ricettive che operano nel comprensorio del Trasimeno in maniera “sommersa”. Il loro è stato un rilevamento veloce: hanno guardato quanti alberghi, B&B, agriturismo ed altro, si pubblicizzavano in internet comparando poi quelli regolarmente conosciuti. Ebbene a fronte di 240 ufficialmente censite dalla Regione nel web comparivano ben 640 strutture negli otto Comuni del Trasimeno e cioè Castiglione del Lago, Città della Pieve, Magione, Paciano, Panicale, Passignano, Piegaro e Tuoro.
Più che opportuni, dunque, i controlli che in questi giorni sta effettuando la Guardia di Finanza, ma molto di più i Comuni potrebbero fare. Confcommercio Umbria e Federalbeghi sostengono di monitorare costantemente l’offerta turistica umbra presente sul web, disponendo di elementi conoscitivi specifici e sono disposti a condividerli con i Comuni del Lago che vogliano affrontare con decisione il fenomeno. Un fenomeno che deve essere fatto emergere, e che deve essere sottoposto agli stessi controlli e alle stesse regole valide per tutti coloro che operano alla luce del sole. Imposta di soggiorno compresa, con evidenti e immediati benefici per le casse comunali”.
La Regione Umbria, accogliendo le richieste di Confcommercio e Federalberghi, ha già disposto l’obbligo della registrazione al SUAPE per gli appartamenti privati per affitti temporanei ai turisti.
Ora tocca ai Comuni attivare i controlli per limitare i danni che il sommerso turistico è in grado di produrre in termini di minore sicurezza sociale, evasione fiscale e contributiva, lavoro nero, mancata tutela dei consumatori. Per limitare i danni enormi provocati alle strutture che operano nella legalità, e agli stessi Comuni, se si pensa solamente ai mancati incassi relativi all’imposta di soggiorno, e al buco di risorse che potrebbero essere destinate proprio a sviluppare il settore turistico.
“Questo tipo di abusivismo – commenta Monica Migliorati, dirigente Confcommercio Umbria e imprenditrice del territorio – danneggia tutti, non solo gli operatori. Ci si chiede quali siano gli standard di professionalità e di qualità offerti agli ospiti. Su questa emergenza vanno attivati al più presto i necessari controlli e tavoli di confronto”.
Nato sull’onda della Sharing Economy, il sommerso nel turismo, sostengono da tempo Confcommercio e Federalberghi, si sta configurando sempre di più come Shadow Economy, poiché sfugge a qualsiasi registrazione e controllo.
E’ stato già dimostrato che molti host sono in realtà grandi società immobiliari e non semplici cittadini che arrotondano. In Europa in alcuni casi sono corsi ai ripari, limitando la possibilità di affittare le case ai turisti. Negli Stati Uniti, a San Francisco dove Airbnb è nata, il Comune è riuscito a farsi consegnare dalla piattaforma web i dati degli host, per poter governare il fenomeno e colpire l’evasione fiscale.
“La Regione Umbria ha già dato un segnale importante dettando le regole – affermano Confcommercio e Federalberghi – ora bisogna applicarle per arginare l’illegalità e la concorrenza sleale in uno dei settori più importanti per l’economia regionale”.

Tags: abusivismoAlberghiLago TrasimenoUmbria
Marcello Guerrieri

Marcello Guerrieri

Esercita la professione di giornalista da oltre trent’anni: ha esordito con la cronaca locale per la redazione ternana de il Messaggero, per la quale ha anche curato, per un lungo periodo, pure gli aspetti sindacali ed economici delle aziende della provincia di Terni. Collabora tuttora col giornale romano. Ha seguito sin dall’inizio, l’evoluzione dei nuovi media, curando numerosi siti come quello di “Terninrete”

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