Tfr: Pascolini, “Incostituzionali le differenze tra pubblico e privato”

Una raccolta firme per equiparare la tempistica per l’erogazione del trattamento di fine rapporto (Tfr) della Pubblica Amministrazione con quello del settore privato. A lanciarla è stata la segreteria CISL FP Nazionale e in pochi giorni ha raggiunto oltre 14mila firme. Un’iniziativa alla quale ha aderito anche la Cisl Fp Umbria: “Riteniamo ingiusto ed inaccettabile – afferma il suo segretario generale Ubaldo Pascolini – che ai dipendenti pubblici vengano erogati dopo due anni dal pensionamento, le spettanze relative al trattamento fine rapporto cosiddetta liquidazione, ciò avviene con grave sperequazione rispetto ai lavoratori del settore privato”.

La legge prevede infatti per i lavoratori della Pubblica Amministrazione l’erogazione del Tfr da un minimo di 105 giorni (in caso di decesso o inabilità del lavoratore) a un massimo di 2 anni. Diverse le tempistiche del settore privato, nel quale il Tfr deve essere pagato entro 30 giorni nel Terziario ed entro 45 giorni nel Commercio.

“Alla raccolta firme – evidenzia Pascolini – si affiancano una serie di cause presentate ai tribunali del lavoro in tutta Italia, con l’obbiettivo di portare all’attenzione della Corte Costituzionale il caso delle liquidazioni dei lavoratori pubblici e quindi ottenere un provvedimento della stessa Corte a una normativa che nega il principio di uguaglianza dell’Art. 2 e 36 della Costituzione”.

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