Umbria: Bravi (Ires Cgil), “siamo di fronte a un calo demografico”

Abitanti in calo in Umbria. Come documentano gli ultimi dati Istat, sono passati dagli 889.900 del 2016 agli 884.200 del 2017: in un anno sono stati quindi persi 5.700 abitanti. Un trend negativo ancora più forte di quello registrato a livello nazionale (5,3 per mille contro 1,6 per mille): alla cui base vi è soprattutto un saldo naturale e un saldo interno tra regioni negativi (rispettivamente -4.700 e -900), i cui effetti sono compensati dal differenziale tra immigrazione ed emigrazione positivo (+2.500 unità).

“Possiamo dire con sufficiente oggettività, di trovarci di fronte a un fenomeno che può essere definito di declino demografico” afferma Mario Bravi (presidente dell’Ires Cgil Umbria) facendo riferimento non solo ai dati Istat ma anche alla ricerca realizzata dal suo istituto nel novembre 2017. “E’ evidente – prosegue Bravi – che c’è un rapporto tra situazione economica e sociale e andamento demografico. L’ultimo rapporto dell’Istat dovrebbe far riflettere ulteriormente sull’esigenza e sul bisogno di politiche economiche e occupazionali alternative”.

Come mostrato dalla ricerca dell’Ires Cgil Umbria l’andamento della popolazione dell’Umbria è diminuita costantemente dal 1955 (810mila unità) al 1972 (780mila unità), anche a causa di una forte emigrazione verso il Nord Italia e il Nord Europa. Un trend che, grazie al processo di industrializzazione, si è poi invertito per raggiungere circa 900mila abitanti nel 2014. In tale anno è iniziata una nuova discesa (-0,4% nel 2015, -0,3% nel 2016 e -0,5% nel 2017).

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