Reati in Umbria: diminuiti in un decennio, ma preoccupano estorsione e usura

Diminuiscono le denunce di reato in Umbria, ma a preoccupare è l’aumento di crimini quali l’estorsione, l’usura, il riciclaggio e la ricettazione. In particolare ai danni delle imprese del territorio i primi due reati, come è emerso dal report sulla criminalità nel decennio 2007 – 2016, redatto dalla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, in collaborazione con prefetture e forze dell’ordine, su incarico della Regione Umbria.

A illustrare il rapporto il vice presidente della Giunta regionale, Fabio Paparelli, davanti alla commissione di inchiesta su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossicodipendenze, sicurezza e qualità della vita. “Il numero dei reati è passato da 37.896 del 2007 a 31.970 dell’anno scorso, con un calo quindi di circa seimila delitti denunciati. Discorso diverso quello della percezione della sicurezza da parte dei cittadini, con picchi verso l’alto. Così come per alcuni reati: truffe e frodi, specie di carattere informatico, che vanno di pari passo con l’aumento nell’uso della rete. Preoccupano soprattutto estorsione, usura e riciclaggio, crimini sentinella per capirne di più sul grado di infiltrazione della malavita organizzata”.

A crescere maggiormente sono state le denunce per estorsione: da 65 nel 2010 a 179 nel 2016 (+175%). Aumenta pure la ricettazione, del 23%, così come il reato di usura (da tre casi nel 2010 a 11 nel 2016). “Per comprendere meglio questi fenomeni, andrebbero presi in considerazione anche altri fattori, come il moltiplicarsi dei compro-oro o il numero di esercizi ortofrutticoli che solo in certe città sono troppi rispetto alle dinamiche del mercato. Per quanto riguarda la crescita costante delle estorsioni, si evince un aumento certo del fenomeno, anche se le denunce rappresentano solo una piccola parte del reale”.

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