Ricostruire dopo il sisma: firmato documento tra Regione e sindacati

Sottoscritto un documento comune che individua azioni primarie in materia di emergenza, ricostruzione e sviluppo. Si è chiuso così l’incontro di Preci, ‘Ricostruire dopo il sisma’, con un patto tra sindacati e Regione Umbria per il rilancio dei territori danneggiati.

La ricostruzione non è solo rimettere in piedi 15 mila edifici danneggiati dal sisma, ma “individuare un modello di sviluppo per l’area colpita dal terremoto e, in particolare, per i territori classificati quali aree interne, di cui fanno parte tutti quelli indicati, a parte Spoleto”. A sottoscrivere l’importante documento il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Vincenzo Sgalla, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini.

L’obiettivo finale, si legge nel documento, “è fermare lo spopolamento per evitare che il territorio venga abbandonato definitivamente”. Per questo, “è fondamentale offrire prospettive di lavoro, attraverso una ricostruzione del tessuto economico e sociale, e aumentare la sicurezza degli insediamenti residenziali e produttivi, delle attrezzature pubbliche e delle infrastrutture”.

Insomma, al centro deve esserci la qualità della vita delle persone che abitano quei territori, “tentando di coniugare l’aumento del benessere e dell’inclusione sociale con le opportunità di occupazione e l’utilizzo del capitale territoriale, a cominciare dall’uso delle risorse locali”. Per la ricostruzione edile, occorre coniugare obiettivo del recupero e riuso dei borghi storici e di quelli rurali nelle aree interne con il rispetto dei valori storici e culturali, “attraverso un progetto di innovazione e integrazione intelligente delle nuove tecnologie”.

I numeri forniti dai sindacati: 15 i Comuni dell’Umbria colpiti dal terremoto, 11 in provincia di Perugia e 4 di Terni. L’area del cratere umbro, individuata dal Governo, si estende su una superficie pari al 16,7% dell’intera Umbria, è abitata dal 6,5% della popolazione totale regionale. I 15 comuni umbri sono: Arrone, Cascia, Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Montefranco, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Polino, Preci, S. Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Spoleto e Vallo di Nera. Gli edifici danneggiati sono circa 15.000, di cui 14.550 privati e 450 pubblici (tra questi le scuole).

Le persone assistite sono 7.433: 335 vivono ancora in container collettivi, 5.882 in autonoma sistemazione, 150 in soluzioni abitative ante sisma 2016, 376 nelle soluzioni abitative di emergenza, 164 nei moduli abitativi rurali di emergenza, 526 nelle strutture ricettive, prevalentemente del lago Trasimeno. Le Soluzioni abitative di emergenza richieste sono 758 a Norcia su tre comuni (Norcia 591, Cascia 125, Preci 42). A oggi ne sono state consegnate la metà, le altre dovrebbero essere pronte per la fine dell’anno.

Agricoltura e allevamento: 192 aziende hanno avuto bisogno di sostegno con Moduli abitativi rurali, 116 stalle – tunnel, 74 fienili, 44 tettoie. Ci sono state 350 richieste per la delocalizzazione provvisoria delle attività produttive (a oggi consegnate 24 strutture per le attività commerciali, 20 per le attività professionali a Norcia, 2 a Castelluccio di Norcia a 6 a Cascia). Fatte 43.381 verifiche su edifici privati, 235 su edifici pubblici, 366 su edifici scolastici (233 agibili, 23 parzialmente agibili, 16 totalmente inagibili). Presentati 162 progetti di ricostruzione leggera, autorizzati 18. Per la ricostruzione pesante, 5 pratiche inoltrate. Le macerie rimosse ammontano a 18.994 tonnellate, di cui 15.387 a Norcia. La Protezione civile umbra è impegnata con 280 persone e 2.100 volontari.

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