Pampepato ternano: per l’Igp ricetta con cioccolato, frutta secca e mosto cotto

Il gruppo di lavoro che ha iniziato l’iter per dare al Pampepato di Terni il titolo di IGP è partito dal disciplinare di produzione, ossia la ricetta di base, che gli 11 membri nominati condivideranno. Con percentuali più o meno certe, gli ingredienti saranno di sicuro 16.

Ma quali sono questi ingredienti? Ci sono cioccolato e frutta secca, che deve essere ben visibile nel dolce natalizio ternano, diffuso anche in tutta la provincia. Ci sarà il pepe, certo, che dà il nome alla specialità umbra, ma pure il mosto cotto. Al momento, non ci si può sbilanciare su altro. Al gruppo di lavoro sono già arrivate alcune ricette, quattro sono state depositate. Probabile che, alla fine, ci si ispiri a Luciano Clericò, padre del notaio che ha prestato gratuitamente servizio per la causa. Clericò era un autentico estimatore del pampepato e, addirittura, per un certo tempo organizzò una gara a chi lo faceva più buono.

Ivana Fernetti, che è stata nominata presidente del gruppo di pasticceri e fornai di Terni che hanno risposto presente alla chiamata, fuga pure qualche dubbio sul nome del dolce: “Il pan-pepato, nella tradizione dei forni, si riferisce a pani speziati che nulla hanno a che vedere con il nostro pampepato”.

Chiusa la partita della disciplinare, l’iter per l’Igp proseguirà con tre relazioni da parte del team per la commissione che esaminerà la documentazione: quella storica, che comproverà come la produzione vada avanti da almeno 25 anni; quella socio-economica con l’indicazione della quantità prodotta nelle ultime tre annate e delle imprese coinvolte; quella tecnica, che attesti il legame con il territorio. Quindi sarà la volta di un documento con il nome e la descrizione del prodotto. L’incartamento verrà spedito in Regione che, entro 60 giorni, dovrà presentare istanza al ministero che, in una seduta con tutte le parti presenti, approva il disciplinare. Se non vengono presentate opposizioni, il Pampepato ternano arriverò sul tavolo dell’Unione Europea, che valutata positivamente la documentazione ricevuta, pubblicherà la domanda Igp in Gazzetta Ufficiale. Se in sei mesi non ci saranno opposizioni, potrà venire concessa la registrazione.

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