Lavoro Umbria: su i contratti a tempo determinato, giù quelli a tempo indeterminato

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Aumentano, in Umbria, le assunzioni a termine. E’ uno dei dati più importanti contenuti nell’Osservatorio sul precariato, diffuso giovedì dall’Inps e relativo al periodo gennaio – agosto del 2017. Nel complesso, queste sono aumentate di più del 25 per cento contro il 21 per cento della media nazionale. Nello stesso periodo, è sceso il numero di contratti a tempo indeterminato, in confronto allo stesso periodo del 2016, del 10 per cento. Dato peggiore solo per Lazio (-10,7 per cento) e Liguria (-10%).

In termini assoluti, in Umbria le assunzioni a tempo indeterminato passano da 8.065 del 2016 a 7.267 del 2017, mentre nel 2015 – grazie agli incentivi del governo, eravamo arrivati a 13.624. I contratti a tempo determinato nel 2015 erano invece 26.924, sono diventati 28.796 nel 2016 e 39.102 da gennaio ad agosto 2017, con un incremento di oltre il 26 per cento contro il 21 per cento nazionale.

In crescita i contratti da apprendista (da 2.843 a 3.541), i contratti stagionali (da 2.127 a 2.2275). Il totale è dunque di 52.185 assunzioni, tre quarti delle quali a termine. L’Inps lega la crescita dei contratti a tempo determinato “alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dallo scorso mese di marzo e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di sei dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale”.

La diminuzione dei contratti a tempo indeterminato sconta le assunzioni part time. In Umbria, le trasformazioni hanno riguardato poco più di 3 mila persone: 2.150 hanno visto il contratto a termine diventare indeterminato (cento in meno del 2016), 1.086 invece gli apprendisti. In totale: 3.236 contro 3.475, con un calo del 7 per cento mentre a livello nazionale c’è stato un aumento dell’1 per cento.

Capitolo cessazioni: nei contratti a tempo indeterminato siamo stabili a 11.700 unità, in quelli a termine passiamo da più di 21 mila a 27.613. Nettamente più piccoli i numeri per apprendisti (poco meno di 1.700) e stagionali (poco più di 1.700).

Saldo positivo mettendo a confronto assunzioni e cessazioni (+10 mila unità). Mario Bravi, Ires Cgil Umbria, così commenta i numeri: “Estrema precarietà del lavoro. Solo un nuovo contratto su cinque, in Umbria, è a tempo indeterminato. Per la prima volta, poi, le cessioni di contratti a tempo indeterminato sono superiori alle attivazioni. Quindi, non solo si conferma la fragilità e la precarietà della condizione lavorativa , ma ci sono pure segnali di peggioramento sul terreno della qualità del lavoro”.

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