Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil dell’Umbria tornano a chiedere l’applicazione del Durc con cronguità per garantire legalità e sicurezza nella ricostruzione dei Comuni del cratere. Proprio per questo si rivolgono al prefetto di Perugia a cui chiedono “un incontro urgente visto che il tavolo istituito dopo il 30 ottobre 2016, data della scossa più forte in Umbria, non si è ancora mai riunito”, al commissario alla ricostruzione e all’Anac per “favorire lo sblocco dell’ordinanza sulla congruità per tutta la zona del cratere, anche in virtù della disponibilità dimostrata da tutte e 11 le casse edili delle quattro regioni coinvolte” e alla Regione Umbria per “continuare e semplificare il confronto in essere, attualmente strutturato in quattro diversi tavoli”.
Una richiesta quella dei sindacati che parte dall’indagine della procura di Napoli sulla ricostruzione in Umbria, che per i sindacati dei lavoratori edili dell’Umbria rappresenta “un monito per chi ancora non ha capito cosa può succedere in quello che può essere considerato il più grande cantiere d’Europa”.
“Le notizie uscite in questi giorni non ci colgono di sorpresa – hanno detto Augusto Paolucci (Fillea Cgil), Tino Tosti (Filca Cisl) e Stefano Paloni (Feneal Uil) in conferenza stampa – perché avevamo già espresso perplessità sui lavori di montaggio delle casette, dove operano aziende (come quelle coinvolte nell’inchiesta) che non applicano il contratto edile (ma il multiservizi) e dove c’è una forte rotazione di personale”.
Applicato nella ricostruzione successiva al terremoto del 1997, il Durc con congruità ha dimostrato di essere “un modello che funziona” in quanto ha permesso “una ricostruzione praticamente senza morti sul lavoro e infortuni gravi, senza significative infiltrazioni della criminalità organizzata e con una spesa finale per lo Stato inferiore alle previsioni”. I tre segretari sottolineano inoltre come il Durc con congruità “non solo non viene ripreso, ma rischia addirittura di venire meno laddove, come in Umbria, è ormai entrato nei meccanismi del sistema edile regionale”.