Terremoto del 1997: il ‘modello Umbria’ secondo Donatella Porzi

A 20 anni esatti dal terremoto a Foligno, il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Donatella Porzi ha ricordato così l’evento: “La giornata di oggi sia un momento per avviare una ricostruzione rapida, sicura e di qualità”.

Era un venerdì il 26 settembre del 1997: tremò tutta l’Umbria, compresa Assisi, con enormi danni alla basilica di San Francesco. Porzi ha detto: “Quella di oggi è un’occasione importante anche per ribadire quella salda unità tra i vari livelli istituzionali, che ha consentito all’Umbria di affrontare con efficacia, e con una elevata cultura politica e tecnica, quel grave evento sismico cui è stato soggetto un territorio come il nostro, come la nuova crisi sismica di agosto e ottobre 2017 ci ha pesantemente riproposto”.

Venti anni dal 1997, pochi mesi dal terremoto che ha questa volta martoriato in particolare Norcia. “I 20 anni che sono passati da quel venerdì 26 settembre 1997 non sono bastati a cancellare quel giorno dalla viva memoria delle migliaia di umbri che hanno vissuto quei drammatici momenti e poi i mesi successivi, nel pieno di un’emergenza che sembrava non cessare più. Nel cuore di un evento senza precedenti nella storia recente della nostra regione, per la potenza del fenomeno, il territorio interessato, il numero di persone coinvolte. Con i gravissimi danni agli edifici privati e pubblici, ai beni culturali, alle infrastrutture, al tessuto sociale ed economico. E con quelle quattro vittime del crollo nella Basilica Superiore, che divenne poi una delle immagini tragicamente simboliche dell’evento”.

Ha proseguito Porzi: “I dati e i numeri di quell’evento, ancora a distanza di anni, ci danno la dimensione di una catastrofe da lasciare sgomenti: 26 i Comuni maggiormente colpiti, oltre 22 mila 600 persone fuori dalle 33 mila case distrutte o inagibili, oltre 500 tra scuole, strutture sanitarie, altri edifici pubblici e infrastrutture varie lesionate. Ma ora, a ricostruzione ormai da tempo conclusa, colpisce la prontezza con cui si sperimentò, da subito, la forma partecipata delle decisioni, sia a livello istituzionale che sociale, con il coinvolgimento diretto e operativo di Governo e Parlamento, Giunta regionale e Consiglio, Comuni, Protezione Civile, cittadini e categorie economiche e sociali”.

Una formula vincente di “discussione pubblica”, in grado di “produrre leggi, atti e programmi efficaci e appropriati, grazie anche a una chiara individuazione degli obiettivi da raggiungere per un complesso programma di ricostruzione da sviluppare rapidamente, garantendo alti standard di qualità e di sicurezza, di rispetto della legalità e trasparenza. Su questi chiari obiettivi, frutto dell’elaborazione e delle scelte politico – istituzionali, si impegnarono giuristi e tecnici, fornendo strumenti di attuazione innovativi e di grande efficacia”.

Ha proseguito il presidente: “Il Consiglio regionale, rappresentato dalle forze politiche scelte dai cittadini per rappresentarli, fin dai primissimi giorni successivi al sisma ha svolto con grande impegno il suo ruolo istituzionale di confronto, discussione, approvazione e controllo sul complesso degli altri normativi e amministrativi relativi all’emergenza e alla ricostruzione. Scorrendo verbali e documenti di quegli anni delle riunioni di Commissioni o d’Aula, si legge uno spirito civile e costruttivo in grandissima parte dei rappresentanti sia di maggioranza sia di opposizione. E il legittimo e a volte molto duro intervento di questi ultimi non ha mai travalicato il confine dell’esercizio del diritto – dovere di critica sull’attività di governo. Alcuni atti furono approvati all’unanimità, altri con le astensioni di tutta o parte dell’opposizione. E anche nei momenti di scontro più acceso prevalse sempre il riconoscimento e la legittimazione reciproche. E anche grazie a ciò che oggi, a 20 anni da quel doloroso 26 settembre, possiamo guardare con sereno compiacimento al lavoro fatto”.

Chiosa Donatella Porzi: “Forti dell’esperienza di questi anni, abbiamo affrontato la nuova crisi sismica di agosto e ottobre scorsi, con la ferma e rinnovata convinzione che il ‘modello Umbria’ di ricostruzione, aggiornato e corretto, possa garantire la rinascita e l’ulteriore sviluppo dei nostri territori”.

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