Vertenza Perugina: sindacati dicono no a esuberi e vogliono il Governo al tavolo

Prosegue senza sosta la vertenza Perugina. Con i sindacati che si oppongono fermamente ai 340 esuberi dichiarati da Nestlé e chiedono di coinvolgere anche il Governo. Questa la posizione delle sigle sindacali nel confronto tenuto con Regione, Comune e Nestlé a Palazzo Donini di Perugia.

La multinazionale non ha fatto passi indietro rispetto a quanto comunicato la scorsa settimana dall’amministratore delegato di Nestlé Italia, Leo Wencel: la volontà di tagliare 340 posti di lavoro in Perugia. I sindacati, presenti con Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e con i rappresentanti confederali e la Rsu di San Sisto, hanno ribadito che il piano non è accettabile, chiedendo alle istituzioni di interessare pure il governo, non solo attraverso il Mise, ma anche con i ministeri del Welfare e dei Trasporti. Chiedono, i sindacati, di capire quali sono le prospettive di Nestlé in Italia e il ruolo di Perugina nello scacchiere europeo.

L’obiettivo è portare la multinazionale fuori da un ragionamento solo di tagli e costi: “Difendere il lavoro significa implementare in primo luogo il piano industriale, così come immaginati nell’accordo del 2015, che aveva proprio l’obiettivo di superare le criticità strutturali dell’azienda, a partire dalla forte stagionalità delle produzioni”. Per fare questo, dicono i sindacati, servono più tempo e strumenti aggiuntivi anche in termini di Welfare. “Il piano sociale condiviso nell’accordo a oggi necessita di un ampliamento in termini di durata e di strumentazione. Se nel 2015 ci aveste chiesto di firmare un piano che prevedeva 340 esuberi, non lo avremmo mai fatto; quindi, noi che continuiamo a credere nelle potenzialità del piano e della nostra fabbrica, vi chiediamo di mettere da parte i licenziamenti e sviluppare le grandi potenzialità che Perugia può offrire come città del cioccolato” hanno detto i rappresentanti delle Rsu.

Da non trascurare l’idea del parco tematico, ma solo se “collaterale e non sostitutiva” della produzione industriale, che resta e deve restare il core business di Perugina. I sindacati hanno insistito su due altri fatti: lo sviluppo della confiserie e delle cialde per gelati: “Da questi settori devono arrivare risposte anche in termini di contro-stagionalità, quindi chiediamo che Nestlé faccia davvero quello che un anno fa aveva dichiarato con grande enfasi”.

Pronti a mobilitarsi, i sindacati. Che chiedono una forte presenza dei lavoratori a Roma in occasione del primo tavolo nazionale da convocare a breve. Intanto, le Rsu inizieranno un percorso di confronto e sensibilizzazione con tutte le forze politiche e sociali del territorio: “La vertenza Perugina non è solo una questione di chi lavora, ma di tutta la città”.

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