Vineria Fabbri, tra innovazione e tradizione di vinai

Sergio Prevarin

Quella di Sergio Prevarin è la storia di una famiglia di vinai e ristoratori da quasi un secolo: dalla prima enoteca nel 1928 in Emilia Romagna, alla Vineria Fabbri che Prevarin ha aperto nel 2015 in una delle più note località balneari italiane, Lignano Sabbiadoro in Friuli Venezia Giulia. Un locale che rappresenta un nuovo modo di intendere l’accoglienza e il servizio al cliente, tanto da riuscire in appena due anni a conquistare turisti locali e internazionali, ma anche avventori abituali che nella Vineria Fabbri hanno trovato un luogo dove sperimentare la cultura del gusto.

L’enoteca porta il cognome «di mia madre, Fabbri, una famiglia di lunga tradizione di vinai e ristoratori» spiega il titolare Prevarin, proprietario anche di uno storico bar a Pordenone che da 37 anni appartiene alla sua famiglia. «I Fabbri hanno sempre avuto ristoranti o esercizi pubblici in Emilia Romagna. È a questa tradizione che ho voluto rendere omaggio due anni fa quando ho aperto la Vineria a Lignano» racconta Prevarin. Alla tradizione materna, si unisce quella paterna: «Proprio a Lignano mio nonno aveva un locale nel periodo in cui questa cittadina ancora si stava sviluppando come località turistica. Mio padre è stato barman per tutta la vita, io sono nato a Firenze quando lui era il responsabile dei bar dello storico Hotel Baglioni» racconta Prevarin.

La Vineria Fabbri è diventata un punto di riferimento per i tanti turisti e soprattutto per i residenti lignanesi; anzitutto tenendo aperto tutto l’anno e non solo nel periodo estivo, in secondo luogo mettendo in pratica un’intuizione: «Aprire un tipo di locale che in una località turistica di grande attrazione come Lignano prima non esisteva. Ho preferito dimensioni ridotte e rifornirmi di meno prodotti ma di prima qualità. Più che la vendita mi interessava far degustare, riuscire a valorizzare e far apprezzare nella maniera più adeguata vini, formaggi, alcune prelibatezze. Il mio obiettivo è stato creare una cultura della degustazione, importante tanto quanto la qualità della materia prima» spiega il vinaio. Alle trenta etichette di vino servito al calice e 800 bottiglie disponibili all’acquisto, Prevarin ha associato un ulteriore valore aggiunto: «Tutto ciò che qui si assaggia (vino, salumi, formaggi, confetture, sciroppi) è acquistabile. Anche prelibatezze introvabili come i percebes, crostacei pescati nell’oceano sulle coste portoghesi».

Ciò che più ha conquistato la sua clientela, è l’aver pensato, progettato e realizzato un ambiente confortevole, intimo e familiare ma allo stesso tempo internazionale. «Questa dimensione emozionale è ciò che fa la differenza – prosegue Prevarin — Negli ultimi anni clienti e turisti sono molto cambiati: sono spesso molto preparati, conoscono bene i vini, i prodotti e anche il loro valore. A loro bisogna rispondere offrendo il massimo del servizio, della qualità e soprattutto il giusto prezzo».

A fare la differenza in un mercato come quello attuale, è la velocità nel sapersi adattare e rispondere alle esigenze delle persone. La stessa velocità con cui la Vineria Fabbri ha riaperto i battenti dopo appena 70 giorni di chiusura forzata dopo l’incendio provocato da un corto circuito dell’impianto elettrico condominiale che a inizio anno ha danneggiato il locale.

«Ci siamo dati da fare, non ci siamo accontentati di ripristinare l’enoteca, abbiamo colto la sfortunata occasione per migliorarla: ci siamo rivolti a un’azienda leader nella produzione mondiale di altoparlanti e diffusori acustici, i cui tecnici hanno studiato la distribuzione dell’impianto acustico per assicurare la migliore fruizione» racconta l’imprenditore. La cura del dettaglio è a tutto tondo: dal comfort acustico alla realizzazione di sgabelli comodi per rispondere a una clientela che ora vuole un turismo lento e più consapevole. Un investimento premiato dai clienti, «ci sono persone che percorrono anche 60 chilometri per venire qui semplicemente a prendere un aperitivo prima di cena. Questo criterio di accoglienza vale per noi ma è in generale una regola per il rilancio turistico all’insegna del rispetto del nuovo cliente».

 

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