Post sisma: ecco come sarà la ricostruzione della Valnerina

La ripresa della Valnerina, dopo gli eventi sismici di agosto e ottobre, passa anche attraverso la sua ricostruzione. Proprio su tale aspetto si è incentrato il convegno “La ricostruzione in Umbria: tecnologie e architettura per la qualità dei nuovi edifici”, che si è svolto a Milano dove la Regione Umbria era presente in occasione della Milano Design Week.

Al momento di riflessione hanno partecipato le istituzioni – la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e il Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del centro Italia, Vasco Errani – ed esperti come Stefano Boeri (Studio Stefano Boeri Architetti), Francesco Cellini (architetto), Paolo Belardi (direttore dell’Accademia delle Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia), Diego Zurli (direttore regionale).

Contenimento dell’emergenza, continuità della vita della comunità, ricostruzione. Come sottolineato dalla Marini, sono state queste le fasi stabilite da Regioni e Comuni dopo il sisma. Superate le prime due fasi è ora il momento di “coniugare il tema della continuità con quello specifico della ricostruzione che dovrà essere fortemente partecipata, in sicurezza e legalità, che dovrà recuperare il passato, ma programmare il futuro anche superando quelle criticità che, da sempre, hanno caratterizzato questi territori, penso ad esempio alle carenze infrastrutturali”. Un processo che “sarà possibile solo attraverso una valutazione attenta nel medio-lungo periodo, anche sulle modificazioni che il sisma ha prodotto sul territorio”.

La ricostruzione, come evidenziato dal commissario Errani, non sarà semplice in quanto ci si trova “ad affrontare qualcosa di molto complesso e inedito”, poiché il terremoto “per modalità e dimensione ha evidenziato molte fragilità ed in alcuni casi anche arretratezze”, tra cui quella infrastrutturale legata allo spopolamento di questi luoghi che precede il terremoto di agosto. Secondo lui gli elementi essenziali della ricostruzione sono identità e solidarietà della comunità e regole certe sulla sicurezza. Senza dimenticare la necessità di impostare “un nuovo modello di sviluppo che produca anche lavoro” superando carenze come quelle delle infrastrutture anche immateriali. “Tutto ciò sarà possibile attraverso un patto con la comunità per la governance e la legalità”.

L’architetto Boeri evidenzia che “nel corso della ricostruzione l’atteggiamento dovrà essere attento, ma non rinunciatario” e che “si dovrà essere disposti ad assumersi dei rischi con la consapevolezza che un territorio può anche essere riscoperto grazie ad una ricostruzione che segue regole chiare declinate per le diverse situazioni e che ha come valore fondante quello della sicurezza che, a volte, richiede il coraggio di abbandonare l’idea che bisogna ricostruire dov’era e com’era ciò che è andato distrutto”.

Exit mobile version