Coldiretti Umbria: Ont Italia diventa maggiore Op nazionale di tabacco

Nasce la più grande Op (Organizzazione di produttori) di tabacco italiana, con una produzione annua che supera i 25 milioni di chili in quattro regioni, con 60 milioni di fatturato, quasi 6 mila ettari e oltre mille produttori associati. Lo riferisce Coldiretti Umbria. Il riconoscimento completa il percorso di Ont Italia, iniziato lo scorso anno.

L’organizzazione regionale spiega che il provvedimento è stato adottato sulla base dei parametri di rappresentatività espressi dalle cooperative aderenti in Veneto, Umbria, Toscana e Campania, impegnate nella produzione del Flue Cured Virginia, del Burley, di tabacchi scuri (Havanna e Badischer Geudertheimer) e del Kentucky.

Gennarino Masiello, presidente di Ont Italia, dice: “E’ stata una scelta sia dettata da valutazioni di carattere giuridico, alla luce del nuovo quadro normativo europeo, ma soprattutto economiche, con l’obiettivo di accrescere il potere contrattuale attraverso una maggiore concentrazione dell’offerta e la commercializzazione diretta verso una più ampia platea di soggetti acquirenti. La nostra organizzazione diventa un soggetto del mercato in grado di contrattare senza intermediazioni, un esempio virtuoso di filiera corta agroindustriale”.

E ancora: “Un’organizzazione di produttori di queste dimensioni ottiene il risultato di garantire la remuneratività dei prezzi e, allo stesso tempo, di alzare i livelli qualitativi. Una scelta strategica con una rete nazionale che potrà contaminare anche altri comparti”. Masiello aggiunge: “La filiera non percepisce un euro di sostegno al prodotto dal 2015, ma ha saputo comunque prevenire e interpretare il cambiamento, con la possibilità oggi di competere a livello mondiale”.

Ont Italia, grazie all’accordo pluriennale sottoscritto da Coldiretti con Philip Morris Italia nel 2010, è un percorso innovativo, “che ha contribuito a porre le basi per migliorare la conoscenza e la capacità di confronto con il mercato. Un valore che i produttori devono investire per ‘crescere la filiera’ e avere un peso maggiore nella contrattazione. In questo senso si è ritenuto necessario l’ulteriore passo in avanti sul piano dell’aggregazione economica e della rappresentanza del prodotto, per dialogare direttamente con tutti gli interlocutori presenti sul mercato, avendo nelle mani la forza del conferimento totale del tabacco dei soci e della condivisione delle scelte operative”.

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