Un “baco” nella rete: a rischio le password.

Le mani che “toccano” le password che bloccano i nostri “segreti” informatici, a cominciare dai conti correnti, sono insospettabilmente tante. Tantissime, a dire la verità, tutte tese in realtà a velocizzare le operazioni, a renderle sempre più adeguate a quanto si richiede. Ma non tutte le persone che possono accedere a questo mare magnum di informazioni sono ben disposte, sempre pronte ad introdursi nelle informazioni bancarie, in modo del tutto ignaro all’utente “finale”, che non sa quali pericoli stia correndo. Il far viaggiare le pw è, al momento, assolutamente necessario per una serie di questioni tecniche, tra cui il trasferimento da un server all’altro, per una velocizzazione delle operazioni richieste. Viene duplicato addirittura un sito personale in modo che sembri più vicino all’utente, vicino ma con tutte le sue password a disposizione. Insomma, meglio di così non si può fare al momento. E l’”utente finale”, allora? Da parte sua può fare moltissimo, soprattutto l’operazione gratuita e molto facile, che è quella di cambiare spesso le password. Perché questa nuova attenzione? Semplice, insomma, mica tanto, però è accaduto che un carattere come “>” inserito per sbaglio nei servizi informatici di alcune società di controllo, abbia fatto generare un “baco” nella sicurezza, rilevato alla fine di febbraio scorso. Il “baco” potrebbe replicare documenti riservati in maniera incontrollata, e che sarebbero ripresi da persone che operano in maniera malandrina sulla rete. Ed infine? Cambiare spesso le password, fare pulizia dei servizi che non vengono usati frequentemente e dove magari s’è usata un pw, usare la cd “autentificazione a due fattori”, adoperando anche codici che arrivano, temporaneamente sul telefonino e poi non usare le pw facilissime, come sequenza di numeri o la data propria data di nascita.

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