Ricostruzione: Lotta al lavoro nero al primo posto

Legalità, lotta al lavoro nero e sicurezza devono essere i punti fondamentali nella ricostruzione post terremoto. A sottolineare la loro importanza sono Fillea – Cgil Umbria, Filca – Cisl Umbria, Feneal – Uil Umbria.

“Se lo spirito del recente decreto emanato dal Consiglio dei Ministri in riferimento all’area del cratere è quello di fare ‘presto e bene’ sia per risolvere l’emergenza che per avviare una ricostruzione di qualità – scrivono i sindacati in una nota – allora, per ogni deroga prevista al Codice degli Appalti ci vuole un paletto in più, in termini di legalità, trasparenza, lotta al lavoro nero, attenzione alla sicurezza. Altrimenti il presto forse ci sarà, ma il bene certamente no”.

Un ruolo fondamentale in tale processo lo hanno il commissario Errani (“ci aspettiamo che emani presto una specifica ordinanza per estendere a tutto il cratere il DURC di congruità sul modello umbro”) e la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini (“ci aspettiamo che assuma un’iniziativa adeguata perché in tutte e 4 le regioni non si facciano sconti su legalità, sicurezza, contrasto al lavoro nero”). Protocolli di legalità e potenziamento delle strutture per la sicurezza sul lavoro sono le misure urgenti individuate dai tre sindacati; misure nelle quali è chiesto anche “un protagonismo di RLST, Casse Edili, Comitati Paritetici in grado di evitare storture e dumping”.

“Come sindacati – viene sottolineato nella nota – abbiamo sempre chiesto che nessuna deroga venisse fatta al nuovo Codice degli Appalti e che questi mesi venissero spesi e vengano spesi non solo per gestire l’emergenza, ma anche per pianificare una ricostruzione di qualità, una politica di sviluppo delle nostre aree usando anche un modello di ricostruzione con nuove tecniche, nuovi materiali, sostenibile in termini energetici e anti sismici come volano. A queste condizioni, come sindacato delle costruzioni, siamo ovviamente pronti a fare la nostra parte, soprattutto per opere prioritarie di ricostruzione e messa in sicurezza di scuole, ospedali, vie di comunicazione, lavorando h 24 e 7 giorni su 7 se serve. Ma appunto in pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, dei contratti, della sicurezza”.

E una ricostruzione in tali termini è possibile, come dimostra l’esperienza nelle zone terremotate di Umbria e Marche dopo il sisma del 1997.

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