Addio studi di settore

Era ampiamente previsto visto i ripetuti annunci, ma forse non in tempi così rapidi. Gli studi di settore, uno degli strumenti principali nella legislazione italiana per effettuare controlli fiscali ad  esempio sui liberi professionisti iscritti agli albi e a casse previdenziali autonome, spariranno entro il 31 dicembre 2017.

Le commissioni riunite alla Camera di Bilancio e Finanze hanno infatti approvato alcuni emendamenti che modificano il decreto fiscale (193/2006) collegato alla legge di bilancio 2017. In termini tecnici si tratta di piccoli aggiustamenti al già noto “indice di affidabilità fiscale”, un nuovo strumento che permetterà di inquadrare la posizione fiscale del contribuente o dell’impresa, evitando verifiche inutili e accelerando i tempi di rimborso. Per le imprese più virtuose sono previsti anche dei meccanismi premiali.

Questo passo, atteso da molti in quanto effetto di una modernizzazione della macchina statale, dovrebbe semplificare il sistema fiscale, rendendo più immediato e comprensibile il lavoro di commercialisti e professionisti del settore, impegnati finora a districarsi nel ginepraio di interpretazioni di norme e comportamenti leciti.

Decreto fiscale (che contiene anche la fine di Equitalia) e legge di bilancio continuano intatto a braccetto il loro iter di approvazione. Il decreto fiscale arriverà alla Camera il 14 novembre, la legge di bilancio sarà votata sempre alla Camera probabilmente il 17 novembre, anche se per l’approvazione definitiva bisognerà attendere come sempre il mese di dicembre.

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