Aumentano i negozi di stranieri in Italia

I dati di Confesercenti sono molto chiari: il 18,5% degli esercizi commerciali in Italia è gestito da stranieri; si tratta di pizzerie, ristoranti, negozi d’abbigliamento, alimentari, frutterie, negozi di apparecchiature tecnologiche. Sono proprio questi ultimi due settori merceologici che sono cresciuti di più nell’ultimo anno (oltre il 10%). Le attività commerciali straniere sono aumentate rispetto al 2015 del 4,6%.

A fronte di questo dinamismo degli stranieri presenti in Italia, si registra invece una tendenza negativa per il commercio in generale, considerando anche le attività degli italiani. In un anno infatti il settore ha perso oltre 2000 negozi, distribuiti principalmente nelle grandi città.

Il segretario di Confesercenti Mauro Bussoni esprime una certa preoccupazione rispetto a questi dati: “Le imprese guidate da titolari non italiani hanno un ciclo di vita notevolmente più breve della media del settore, con oltre un terzo delle attività che chiude entro i due anni dall’apertura”. Ciò sta a significare che una tendenza positiva può virare nell’arco di breve tempo in senso inverso, magari con la partenza di molti immigrati verso altri paesi europei e non.

Un altro problema riguarda invece il cosiddetto commercio ambulante, per cui gli stranieri sono ormai maggioranza (il 53,1%). In questi casi esiste spesso un’evasione di dimensioni importanti, con dichiarazioni mancanti e versamenti pressoché assenti alla fiscalità generale. Da qui la necessità di controlli più mirati ed estesi, che scovano un’area di illegalità diffusa.

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