Il settore delle costruzioni è ancora in crisi

Come riportato dal sito della Cgia di Mestre il comparto delle costruzioni è in affanno. Le imprese edili e le attività immobiliari generano il 41% del totale delle sofferenze bancarie. In termini assoluti sono 64,8 miliardi di euro su una cifra di 156,8 miliardi generati dall’insieme delle imprese italiane.

I dati, aggiornati a luglio 2016, mostrano dunque una situazione critica per il settore delle costruzioni, di gran lunga in ritardo nella ripresa rispetto ad altri comparti. Il settore manifatturiero, secondo in questa classifica poco virtuosa, ha 35,1 miliardi di euro di sofferenze (il 22,4%), mentre il commercio 26,8 miliardi (il 17,1%).

A preoccupare di più, leggendo l’analisi dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, è l’andmento degli ultimi cinque anni. Dal 2011, anno di crisi nera per tutta l’economia italiana, al 2016, anno di parziale ripresa anche se lenta, le sofferenze sono aumentate del 192%, mentre nello stesso periodo quelle delle imprese italiane sono aumentate in media del 110,5%.

Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi, non si stupisce, visto che il settore edilizio ha perso quasi un terzo del suo valore tra il 2007 e il 2015. Questo stato di cose naturalmente comporta un restringimento del bacino del credito, che in cinque anni è diminuito di quasi il 20%. Gli istituti di credito non si fidano dunque di concedere prestiti a imprese che perdono terreno da lungo tempo.

Sempre secondo Zabeo, le banche e le istituzioni dovrebbero puntare sul finanziamento delle Pmi che operano soprattutto nel settore delle ristrutturazioni, piuttosto che sui grandi progetti edilizi, spesso in perdita.

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