I pagamenti digitali sempre più sicuri e diffusi

Secondo i dati contenuti nel World Payments Report 2016, i pagamenti digitali l’anno passato sono cresciuti molto, con 426,3 miliardi di transazioni (nel 2014 erano 387 miliardi). L’incremento, spiegano Capgemini e Bnp Paribas, committenti del rapporto, è dovuto principalmente “alla forte crescita economica dei maggiori Paesi in via di sviluppo, alla diffusione di misure di sicurezza più efficaci come ad esempio l’EMV e la biometria, e alle iniziative di governi volte a favorire i pagamenti elettronici nei mercati emergenti”.

Maggiore sicurezza e facilità di utilizzo da parte dei clienti sembrano dunque essere le ragioni principali di un successo diffuso in maniera difforme da Paese a Paese. Se negli Usa il passaggio al digitale ha coinvolto da subito milioni di cittadini e aziende, con un cambiamento epocale e rapido avvenuto quasi di pari passo con l’arrivo delle nuove tecnologie, nei paesi europei, soprattutto mediterranei, i sistemi di pagamento tradizionali sono ancora diffusi.

Basti pensare in Italia alla lunga fila agli sportelli delle banche o alle Poste, laddove con l’internet banking ormai messo a disposizione dei clienti da tutti gli istituti di credito si potrebbe gestire la quasi totalità delle operazioni da casa. O ancora, l’uso diffuso del contante invece che della carta di credito.

A livello mondiale comunque i paesi emergenti hanno registrato tassi di crescita a doppia cifra, mentre tra le grandi economie mondiali la Cina ha superato per la prima volta il Regno Unito, dimostrando così di essere un Paese pienamente maturo sotto il profilo tecnologico (anche se i numeri assoluti delle transazioni sono maggiori, andrebbe però considerato il diverso peso demografico).

Le prospettive per il 2016 parlano di un’ulteriore crescita, “ma perché questo avvenga”, afferma il rapporto, “occorre educare gli stakeholder, fornire più servizi a valore aggiunto e aggiornare le infrastrutture presso retailer e aziende”.

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