Nuovi sbocchi commerciali verso l’Africa

Quando si parla di Pil dei paesi industrializzati, di Brics o di altre economie emergenti, un continente rimane sempre ai margini di questo discorso. L’Africa per le potenze occidentali è stata nel passato territorio di colonie, nel presente un’area degna di scarso interesse in termini di produttività e investimenti su vasta scala (anche se le multinazionali in certi settori, come quello delle estrazioni, fanno i loro affari).

L’Italia in questo senso è pronta a promuovere un’azione che nessun governo precedente aveva mai preso. Nella prossima legge di Bilancio, come riportato dal “Sole 24 Ore”, dovrebbe entrare una legge delega, l’African Act, che ha come obiettivo definire un piano di finanziamenti, formazione e agevolazione fiscale verso i paesi del continente africano.

Le stime di crescita per alcuni paesi africani parlano chiaro: la Costa d’Avorio ad esempio nel 2016 dovrebbe crescere dell’8,6%, l’Etiopia dell’8,1%, la Tanzania del 7,2%. Si dirà che sono economie arretratissime, lontane decine di anni dalle economie dei paesi ricchi, ma proprio per questo da tenere sotto osservazione.

Per il momento la proposta del Pd (che il governo ha fatto poi sua) avanza l’idea di un trust fund gestito da Cassa depositi e prestiti, con uno stanziamento iniziale di 20 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero capitali privati. I paesi verso cui guardare in primis sono quelli dell’Africa nord-occidentale e del Corno d’Africa.

La probabile iniziativa dell’Italia potrebbe seguire quella della Commissione europea, che ha recentemente stanziato 3,35 miliardi in cinque anni, e il noto Migration Compact, cui il governo italiano ha contribuito da protagonista.

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