Il Ttip può divenire ancora realtà

“Penso che questo accordo è assolutamente giusto e importante e nell’interesse dell’Europa”. Con queste parole la cancelliera tedesca Merkel ha riaperto il confronto sul trattato di libero scambio commerciale tra Europa e Stai Uniti, su cui la Commissione europea sta lavorando dal 2013.

Nei mesi scorsi, le polemiche e il fronte del no si era allargato, con le preoccupazioni principali derivanti dai temi delicati dell’ambiente e della sicurezza alimentare. Chi si oppone al Ttip difatti sostiene che le legislazioni delle due parti sono troppo distanti e che l’apertura di un nuovo mercato globale penalizzerebbe i paesi europei, e soprattutto i suoi consumatori.

Greenpeace ad esempio denuncia da tempo la possibilità, nel caso entrasse in vigore il Ttip, di un’abolizione dei limiti per la ricerca e l’estrazione del petrolio. Altre associazioni temono un’invasione di frutta e verdura Ogm e di carne piena di antibiotici nei supermercati dei paesi europei, visto che negli Usa i limiti per l’uso di alcuni prodotti nell’agricoltura sono meno stringenti.

Tuttavia la Commissione europea sembra andare per la sua strada, rispondendo ai detrattori del Ttip che normative sugli Ogm o sull’ambiente non saranno oggetto del trattato. Al contrario molte aziende che producono prodotti di qualità avranno la possibilità di esportare con più facilità negli Usa, senza le lungaggini burocratiche e tariffe doganali troppo alte. I fautori del Ttip quindi concentrano la loro attenzione sulle grandi opportunità per l’export di molti paesi europei, tra cui naturalmente figura l’Italia.

La strada per un accordo sembra comunque ancora molto lunga, visto che non è ancora certo un iter parlamentare e che molti partiti chiedono che questo accordo coinvolga i parlamenti nazionali e non solo Bruxelles.

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