L’Italia rallenta la sua crescita

Anche il Centro studi di Confindustria ha rivisto le stime sull’economia italiana nel 2016. Nel secondo trimestre, secondo le elaborazioni dell’istituto con sede in viale dell’Astronomia, il PIL ha avuto una crescita dello 0,15%, contro lo 0,25% stimato.

Se si sommano dunque i dati certificati ISTAT sul primo trimestre (0,3%) a questo 0,15% del secondo trimestre, l’economia italiana nel primo semestre sarebbe ferma a un modesto 0,45%. Secondo il Centro studi di Confindustria, come riportato sul “Corriere Economia”, “all’incertezza derivante dalla Brexit si sommano le difficoltà del sistema bancario. Fattori che accrescono i rischi al ribasso per l’andamento dell’economia italiana”.

Al fattore Brexit, che un po’ pesa anche sulle economie del vecchio continente, si unisce dunque anche la preoccupazione per il sistema bancario, ritenuto solido in Italia, ma in realtà esposto a causa delle sofferenze bancarie. Altri segnali d’allarme poi giungono dalla produzione industriale, molto altalenante. Infatti dopo una crescita dello 0,5% nel primo trimestre, è calata dello 0,1% nel secondo trimestre, e la crescita sarà modesta nel terzo.

Il capitolo consumi è salvo grazie all’assenza di inflazione, con i prezzi addirittura in discesa in alcuni settori. Vanno bene le immatricolazioni delle auto, che nel secondo trimestre sono aumentate di due punti percentuali sul primo.

Tuttavia è ormai chiaro che la ripresa c’è, ma è debole e deve fare i conti con alcuni freni di carattere strutturale dell’economia italiana. Se l’anno scorso il PIL italiano è cresciuto dello 0,8%, c’è da aspettarsi che anche quest’anno non supererà la soglia dell’1% (0,9% secondo le previsioni dell’FMI). Troppo poco per sperare di tornare a essere una delle grandi economie del mondo.

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