Il turismo che paga poco

Il turismo in Italia produce nel suo complesso oltre il 10% del PIL, mentre sono occupati quasi il 12% dell’intera forza lavoro nazionale. Eppure, nonostante il settore sia in crescita e segnali positivi arrivino un po’ da tutte le Regioni, c’è un punto non secondario che deve far discutere: i salari dei lavoratori sono mediamente più bassi rispetto agli altri settori.

A mettere in piena luce questo aspetto è l’Osservatorio JobPricing, che come riporta “la Repubblica”, ha reso pubblica una ricerca dal titolo “Le professioni del turismo 2016”. Innanzitutto alcuni numeri generali: l’Italia è il quinto paese più visitato al mondo, con oltre 50 milioni di turisti, che si dividono nell’arco dell’anno tra la visita alle città d’arte più importanti (Roma e Firenze in testa) e le località di villeggiatura estive.

Le imprese attive nel settore turistico sono circa 390.00, un numero alto ma che evidentemente incontra una domanda molto sostenuta. Tuttavia, come si diceva, le retribuzioni sono più basse nella media: per un operaio ad esempio il RAL (retribuzione annuale lorda) è di 28.693 in tutti i settori (una media), mentre si abbassa a 26.924 nel turismo e addirittura a 22.443 negli hotel e nella ristorazione. I dati sono più vicini solo per i quadri e i dirigenti, con retribuzioni di poco inferiori, mentre rimangono distanti per gli impiegati (30.624 il RAL degli altri settori contro i 27.632 del settore turistico).

A fronte di queste differenze salariali, va detto che nel settore ristorazione vi è anche un problema piuttosto serio di occupazione in nero, il che penalizza inevitabilmente ancor di più i lavoratori. I tanti controlli della Finanza e delle forze di polizia in queste ultime settimane testimoniano quanto meno un’attenzione al fenomeno dell’illegalità.

Exit mobile version