Cosa mangiano e quanto spendono gli italiani

L’Italia è una realtà costituita da molteplici aree geografiche, divise per struttura economica, reddito procapite, abitudini culturali e tanto altro ancora. Lo certifica con una nuova ricerca sulla spesa delle famiglie italiane nel 2015 l’Istat.

I dati come spesso accade mostrano luci e ombre. La buona notizia è che nel 2015 la spesa per i servizi di ristorazione è cresciuta dopo due anni di cali consecutivi, passando da 110 euro al mese a 122 euro. Ma non tutte le famiglie, soprattutto quelle a basso reddito e molto numerose, possono concedersi dei pasti fuori casi.

Ecco dunque che la ricerca stessa mostra come sia ripreso il consumo della carne (crescono comunque nella penisola i vegetariani e i vegani) e della frutta, per un livello complessivo di spesa alimentare che si aggira sui 442 euro al mese (era 436 nel 2014).

Se gli italiani hanno speso un po’ di più dell’anno precedente per la tavola, hanno invece speso meno per le comunicazioni (-4,2%), e più per la cultura (+4,1%). Ma come dicevamo all’inizio sarebbe meglio leggere i dati con una lente diversa.

Tra Nord e Sud il divario resta enorme. Se in Lombardia e in Trentino, la spesa media delle famiglie nell’arco di un mese supera i 3.000 euro, in Sicilia e in Calabria si arriva a malapena a 1.800 euro. Le regioni centrali come Umbria e Marche si attestano invece sui 2.300 euro.

È anche vero che, complice i redditi più bassi, e le minori occasioni di lavoro, le regioni del Sud sono anche l’unica realtà rimasta in Italia dove si può vivere con un reddito inferiore ai 1.000 euro, e dove rimane viva un’economia di scambio che altrove è praticamente sparita.

Eppure, nonostante questa condizione di arretratezza, è proprio nel Sud che nel 2015 si è registrato il più alto tasso di crescita nel settore dell’agricoltura. Segno che la quantità e qualità del cibo richiama l’attenzione di nuovi giovani imprenditori.

Exit mobile version