Le imprese della PA in ritardo sui pagamenti

Rispetto alle altre aziende private, le imprese della Pubblica amministrazione sono mediamente più in ritardo nei pagamenti con i fornitori. Secondo i dati forniti dalla società Cribis D&B, specializzata in business information, e riportati sul sito de “la Repubblica”, appena il 13% delle aziende pubbliche paga rispettando la regolare scadenza. Più di 1/3 lo fa con un mese di ritardo, altre dilatano ancora di più i tempi.

Una cattiva abitudine, cui il governo sembrava inizialmente aver posto il freno, imponendo alle PA di pagare i debiti maturati negli anni e non ancora onorati. Ma evidentemente alcune aziende pubbliche ci hanno fatto il callo. Provocando danni all’intera filiera produttiva, fatta da tante micro aziende e lavoratori autonomi. D’altronde fare a meno delle PA per alcuni fornitori è impossibile, vista la quantità di prodotti che servono per far funzionare le diverse macchine pubbliche. Basti pensare ai soli ospedali.

Proprio le aziende sanitarie come le Asl, tuttavia, dichiara a “la Repubblica” Marco Preti, ad di Cribis D&B, “hanno ridotto i ritardi oltre i 30 giorni”. Altro segnale positivo viene poi “dagli enti territoriali del Nordest e del Nordovest che sono più puntuali rispetto alla media italiana”.

C’è una categoria nello studio riportato che però allarma più delle altre: è quella dei “grandi ritardatari”, ovvero delle aziende che vanno ben oltre il mese di ritardo nel pagamento delle fatture. Tra queste figurano gli Enti locali, con una percentuale che è cresciuta dall’11% del 2010 al 31% del 2016. In pratica 1/3 degli Enti locali non è un buon pagatore. Non certo una bella notizia.

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