La crisi climatica sta trasformando gli inverni in Italia, con un drastico calo dei giorni sotto lo zero. Secondo un nuovo report di Climate Central, nell’ultimo decennio il nostro Paese ha perso una settimana di temperature invernali sotto lo zero a causa del riscaldamento globale. Tra le città più colpite a livello mondiale, Torino, Verona e Brescia registrano numeri allarmanti.
Nel rapporto, che analizza 901 città in 123 Paesi, emerge come più di un terzo delle nazioni e quasi la metà delle città abbiano visto un aumento dei giorni con temperature superiori allo zero. L’impatto del fenomeno va oltre la perdita delle tradizionali nevi invernali, influenzando ecosistemi, turismo e cicli idrologici.
Torino e altre città italiane in cima alla lista
Tra le città globali più colpite dal riscaldamento, Torino si posiziona al terzo posto, con un aumento di 30 giorni all’anno sopra lo zero rispetto al passato. Seguono Verona con 29 giorni, Brescia con 26 giorni e Milano, poco fuori dalla top ten, con 22 giorni. Questi dati collocano l’Italia in una situazione critica, soprattutto considerando che l’Europa è il continente che si riscalda più rapidamente.
Secondo Kristina Dahl, vicepresidente di Science Climate Central, “l’Italia è un campanello d’allarme”: il riscaldamento delle città italiane è evidente e richiede un’azione immediata per ridurre le emissioni di gas serra.
Conseguenze su turismo, sport e risorse idriche
La riduzione delle giornate fredde invernali ha impatti significativi su diversi settori. Il turismo invernale, che dipende dalle nevicate per sci e sport sulla neve, rischia di subire danni economici importanti. La riduzione della neve, infatti, influisce negativamente sulla capacità di accumulo delle risorse idriche, fondamentali per il periodo primaverile ed estivo.
Inoltre, con le prossime Olimpiadi Invernali del 2026 in programma in Italia, l’attuale trend climatico evidenzia le sfide future per eventi sportivi che richiedono condizioni climatiche rigide e neve abbondante.
Europa e il riscaldamento globale
A livello europeo, l’analisi mostra che Paesi come Danimarca, Estonia, Lettonia e Lituania hanno registrato un aumento di almeno tre settimane di giorni sopra lo zero ogni anno. In media, venti Paesi europei hanno perso almeno due settimane di gelo, tra cui Germania, Polonia e Repubblica Ceca.
L’Italia, insieme a Francia, Spagna e Austria, rientra invece tra le nazioni che hanno registrato tra una e due settimane in meno di giorni invernali sotto lo zero.
Un fenomeno globale in accelerazione
Secondo gli esperti, il riscaldamento globale è direttamente collegato alle emissioni di combustibili fossili come carbone, petrolio e gas. La scomparsa di neve e ghiaccio minaccia non solo economie locali, ma anche ecosistemi e biodiversità. Le temperature fredde invernali sono essenziali per sostenere cicli naturali, inclusi quelli delle risorse idriche e delle specie vegetali e animali.
Kristina Dahl conclude: “Per fermare il riscaldamento degli inverni, è fondamentale eliminare con urgenza i combustibili fossili”. Solo così sarà possibile preservare non solo gli sport invernali, ma anche l’equilibrio naturale degli ecosistemi e delle economie legate al clima freddo.