Riconversione degli impianti Versalis: tensione tra governo e sindacati

Scontro sulla riconversione degli impianti Versalis: il piano di Eni divide governo e sindacati. Investimenti e sostenibilità al centro del dibattito

Il futuro degli impianti chimici Versalis scatena un acceso dibattito tra governo, azienda e sindacati. La riunione del 3 dicembre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha visto protagonisti i vertici di Versalis, società chimica del Gruppo Eni, insieme ai rappresentanti delle regioni Puglia e Sicilia, alle associazioni di categoria e alle organizzazioni sindacali. Sul tavolo, il piano di riconversione e rilancio degli stabilimenti, con focus sulla decarbonizzazione e sulla sostenibilità.

Un piano ambizioso, ma non privo di controversie

Versalis ha illustrato il suo Piano di trasformazione e rilancio del settore chimico, che prevede un significativo impegno per ridurre le emissioni e modernizzare gli impianti. Eni ha annunciato investimenti per circa due miliardi di euro nei prossimi cinque anni, con l’obiettivo di tagliare un milione di tonnellate di CO2 e mantenere i livelli occupazionali senza ricorrere a ammortizzatori sociali. In Puglia, lo stabilimento di Brindisi sarà uno dei principali protagonisti di questa transizione.

Il ministro Adolfo Urso ha espresso soddisfazione per i risultati dell’incontro, definendo il piano una “chiara volontà di riconversione produttiva”. Il progetto mira a spostare la chimica di base, che negli ultimi cinque anni ha generato perdite per 3 miliardi di euro, verso settori innovativi e sostenibili, con vantaggi sia sul piano industriale che ambientale.

La critica sindacale: rischio per l’occupazione e la produzione

Nonostante le rassicurazioni del governo e dell’azienda, la Cgil si è mostrata fortemente critica verso il piano. Secondo il sindacato, la chiusura degli impianti di cracking a Priolo e Brindisi segnerebbe la fine della produzione di chimica di base in Italia, con un impatto devastante sull’occupazione. “La perdita a cascata di migliaia di posti di lavoro non è accettabile,” ha dichiarato la Cgil, che ha chiesto al governo di intervenire per evitare quello che definisce uno “scempio”.

La Cgil sottolinea inoltre il ruolo strategico della chimica di base, il cui 80% dei prodotti è utilizzato da altri settori industriali. Critiche sono state rivolte anche al comportamento di Eni, considerata troppo orientata al profitto, nonostante sia una società a partecipazione pubblica.

La posizione della Cisl: apertura con riserve

Diversa è la posizione della Cisl, che si mostra cautamente favorevole alla transizione proposta, pur chiedendo garanzie chiare. “La transizione è necessaria, ma vogliamo certezze sui tempi degli investimenti e sulla tutela occupazionale,” ha dichiarato Nora Garofalo, segretaria generale Femca Cisl. Il sindacato ha sottolineato l’importanza di pianificare adeguatamente la trasformazione per assicurare continuità sia nei posti di lavoro diretti che nell’indotto.

Conclusioni: il nodo della transizione sostenibile

Il piano di Versalis rappresenta un passaggio cruciale per il futuro dell’industria chimica italiana, ma lascia aperti numerosi interrogativi, soprattutto in termini di occupazione e produzione. Se da un lato governo e azienda puntano su investimenti e sostenibilità, dall’altro sindacati come la Cgil temono le conseguenze sociali e industriali di una riconversione troppo drastica. La sfida, ora, sarà trovare un equilibrio tra innovazione, sostenibilità e tutela del lavoro.

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