Contratto nazionale lavoratori portuali: l’ipotesi di accordo passa con il 68% di sì

L’accordo prevede un adeguamento retributivo che, entro il 2026, porterà gli stipendi dei lavoratori portuali del settimo livello da 1.460 euro a 1.600 euro

L’ipotesi di accordo per il contratto collettivo nazionale dei lavoratori portuali è stata approvata con un consenso del 68%. Nei voti espressi, Monfalcone ha registrato 74 favorevoli, 7 contrari e 11 astenuti, mentre a Trieste i numeri sono stati 200 favorevoli, 109 contrari e 3 astenuti.

L’accordo prevede un adeguamento retributivo che, entro il 2026, porterà gli stipendi dei lavoratori portuali del settimo livello da 1.460 euro a 1.600 euro mensili, mentre per il primo livello si passerà da 2.229 euro a 2.388 euro. Inoltre, è stato concordato un bonus una tantum di 600 euro come rimborso per i 10 mesi di attesa dalla scadenza del precedente contratto nel dicembre 2023.

Dichiarazioni sindacali

Secondo Amedeo D’Alessio della FILT CGIL, la priorità è ora quella di rilanciare le rivendicazioni sul riconoscimento del lavoro usurante e di avviare il fondo di prepensionamento per i lavoratori portuali. Giulio Germani della FIT CISL ha evidenziato l’importanza di aver raggiunto l’obiettivo del rinnovo contrattuale, con un ulteriore aumento salariale per i lavoratori.

Sicurezza sul lavoro

Uno dei temi discussi in assemblea è stato il miglioramento delle tutele contro le sanzioni aziendali e l’efficienza dei controlli sulle condizioni di sicurezza nei porti. Marco Rebez della Uiltrasporti ha sottolineato la responsabilità delle aziende nella sicurezza, aggiungendo che la parte sindacale continuerà a spingere per un aumento dei controlli da parte dell’Autorità Portuale, grazie al protocollo che ha introdotto la figura degli RLS di sito (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza), impegnati a verificare le condizioni di sicurezza.

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