Xylella e florovivaismo in Puglia: produzione in calo del 15% in dieci anni

Il settore florovivaistico pugliese subisce pesanti perdite a causa della Xylella, con un calo del 15% della produzione dal 2014 al 2024 e restrizioni all'export

florovivaismo

Il florovivaismo pugliese è fortemente penalizzato dalla diffusione della Xylella fastidiosa, che ha causato una riduzione del 15% della produzione nell’ultimo decennio. Questo impatto è stato aggravato dalle restrizioni alla movimentazione delle piante e dalle limitazioni all’export, che minacciano la sostenibilità di serre e vivai. Secondo Coldiretti Puglia, basandosi sul rapporto 2024 dell’ISMEA, il settore, pur rappresentando il 3% della produzione agricola regionale e generando quasi 200 milioni di euro all’anno, sta progressivamente perdendo terreno sul mercato nazionale e internazionale.

Le specie vegetali e le nuove norme di tracciabilità

La Xylella continua a estendere la lista delle piante ospiti, che ora devono riportare un codice di tracciabilità sui passaporti fitosanitari. Grazie al pressing di Coldiretti, l’obbligo per le piante di lavanda e rosmarino entrerà in vigore il 1° luglio 2025, dando respiro agli operatori del settore. Tuttavia, queste misure rappresentano un ulteriore ostacolo per un settore già sotto pressione a causa della malattia che ha colpito duramente l’agricoltura e l’intero sistema florovivaistico pugliese.

Effetti negativi su export e immagine

La Xylella ha generato gravi danni all’immagine del florovivaismo pugliese, con numerosi Paesi che utilizzano la malattia come pretesto per bloccare l’importazione di piante e fiori Made in Italy, spiega Coldiretti. Tra i mercati più colpiti si annovera il Regno Unito, che ha introdotto requisiti più rigorosi per l’importazione di specie come olivo, mandorlo, lavanda, rosmarino e oleandro. Questi requisiti includono ispezioni approfondite e periodi di quarantena fino a un anno, compromettendo l’export florovivaistico pugliese, un settore trainante del Made in Italy.

Le criticità del sistema di controllo europeo

Coldiretti Puglia accusa il sistema di controllo dell’Unione Europea, definendolo troppo permissivo nei confronti dell’importazione di materiale vegetale dall’estero. Secondo l’organizzazione, l’Europa non adotta le stesse rigide regole applicate all’export italiano, favorendo in tal modo una “guerra commerciale” sotterranea che nasconde politiche protezionistiche mascherate da questioni sanitarie. Il caso degli agrumi con foglia importati senza passaporto verde è un esempio emblematico: l’ingresso di materiale infetto ha portato alla diffusione di patologie che minacciano il patrimonio arboreo italiano.

Richiesta di un cambio di passo nella prevenzione

Coldiretti invoca un cambio radicale nelle politiche di prevenzione e controllo a livello europeo e nazionale, suggerendo l’istituzione di una task force dedicata per affrontare l’emergenza Xylella. Con l’aggravarsi dei cambiamenti climatici e la crescente globalizzazione, il rischio di nuove invasioni di virus e parassiti alieni richiede misure di intervento più tempestive ed efficaci per proteggere le coltivazioni italiane.

 

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