Il flusso immigratorio lascia il segno: ormai il 3,3% della popolazione che vive nell’Isola è nata in altra nazione, il che significa ben 51.980 nuovi che vivono, lavorano e sperano. Il numero peraltro sale ancora se si considerano il rilascio di cittadinanza italiana a precedenti migranti, insomma un fenomeno che è stato sezionato, nel suo ultimo report, dal Centro Studi della Cna Sardegna che considera le dimensioni reali della attuale presenza straniera, fenomeno che riguarda soprattutto le principali aree urbane: a Cagliari, già oggi, la percentuale di residenti di origine non italiana (stranieri o cittadini italiani di recente acquisizione) arriva infatti addirittura al 7,5%.
“Nell’arco dell’ultimo ventennio la Sardegna si è trasformata da regione storicamente caratterizzata da intensi fenomeni di emigrazione, a regione destinataria di flussi migratori”, commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna. “Ci si è trovati a fronteggiare, senza molta esperienza, le problematiche dell’accoglienza e dell’integrazione che costituiscono l’asse portante di una società multietnica armonica e coesa. Considerando che si tratta di un fenomeno in crescita, destinato a protrarsi nei prossimi decenni e a raggiungere valori importanti soprattutto nelle principali aree urbane sarà necessario gestirlo in maniera appropriata. Per definire strategie adeguate all’integrazione culturale e la convivenza civile, bisognerà porre il tema della società multietnica ai primi posti dell’agenda politica”.