Si ispiravano ai grandi maestri del Trecento italiano, ricercando la fedeltà alla vera natura delle cose. Per questo hanno rifiutato ogni forma di rigore accademico, legato al classicismo dopo Raffaello. A metà dell’Ottocento, nel fatidico 1848, nell’Inghilterra vittoriana, nel pieno della Rivoluzione industriale, alcuni giovanissimi artisti – Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais, William Holman Hunt – radunati in una Confraternita, osarono cambiare il corso dell’arte. Ai Preraffaelliti e alla loro rivoluzione è dedicata la mostra allestita dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì al Museo Civico San Domenico di Forlì, fino al 30 giugno.
Con oltre 300 opere è l’esposizione dedicata ai Preraffaelliti più grande mai realizzata. Un percorso che ricostruisce, attraverso prestiti eccezionali dai principali musei del mondo, l’intera vicenda delle tre generazioni di artisti che andarono direttamente sotto il nome, o si richiamarono allo spirito, dei Preraffaelliti. Un percorso unico, che va dalle loro radici ottocentesche dei Nazareni e di Ruskin alla loro eredità novecentesca.
Ai Musei San Domenico viene proposto il confronto diretto tra i maestri italiani dal Trecento al Cinquecento e questi moderni artisti. Il confronto col Rinascimento storico determinò questo nuovo Rinascimento. L’esposizione forlivese si conclude mostrando come i pittori e gli artisti italiani dell’ultimo Ottocento – da De Carolis a Sartorio – abbiano ritrovato le memorie della propria storia, rinnovando la loro identità anche attraverso il confronto con la lunga vicenda dei Preraffaelliti.
Ideata e realizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, la mostra è a cura di Liz Prettejohn, Peter Trippi, Cristina Acidini e Francesco Parisi; di Gianfranco Brunelli la direzione generale. Il progetto espositivo, a cura dello Studio Lucchi & Biserni, porta in Italia capolavori provenienti dalle più importanti istituzioni nazionali e internazionali. Il pregevole catalogo che accompagna la mostra è edito da Dario Cimorelli Editore.