L’impatto delle vacanze pasquali sull’agriturismo toscano: una prospettiva economica

Marco Masala

In occasione delle festività pasquali, il settore agrituristico in Toscana si appresta a vivere un periodo significativo, con un potenziale guadagno stimato intorno ai 20 milioni di euro. Tuttavia, le previsioni meteorologiche incerte potrebbero influenzare notevolmente le scelte dei vacanzieri, soprattutto quelli italiani, che tendono a pianificare i loro spostamenti basandosi sulle condizioni climatiche, riservandosi di decidere all’ultimo istante il loro destino vacanziero. Questo fattore introduce una variabile fondamentale che testerà la resilienza e l’attrattiva delle 5.600 strutture dedicate all’agriturismo nella regione, facendo della Toscana il leader indiscusso del turismo rurale in Italia, come evidenziato dalle associazioni Coldiretti Toscana e Terranostra.

Le proiezioni per la permanenza dei visitatori durante il periodo pasquale vedono gli italiani soggiornare per una media di due notti, mentre i turisti internazionali, provenienti principalmente da Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Francia e Stati Uniti, tendono a prolungare il loro soggiorno fino a quattro giorni. “L’avvio della stagione pasquale segna un momento chiave per l’agriturismo toscano”!, afferma Marco Masala, presidente di Terranostra Toscana. Nonostante il pieno per la ristorazione tipica sia già assicurato per Pasqua e Pasquetta, il numero di pernottamenti rimane incerto a causa dell’instabilità meteorologica e delle sfide economiche che affrontano numerose famiglie, aggravate dall’inflazione persistente. Ciò nonostante, l’ottimismo rimane elevato per riempire le strutture fino all’ultimo momento, con prospettive estremamente positive per l’estate.

La distribuzione delle strutture agrituristiche in Toscana vede una prevalenza nelle aree collinari e montuose, rispettivamente al 79,9% e 12,2%, mentre solo il 7,4% si trova in pianura. Con 88.000 posti letto e 2.226 piazzole per camper, l’offerta si completa con una ristorazione di qualità che conta 74.000 posti a sedere, riflettendo l’importanza del cibo, che rappresenta un terzo delle spese vacanziere. Il settore si conferma dunque un pilastro del turismo enogastronomico, supportato da eventi di valorizzazione come sagre, percorsi vinicoli, corsi e degustazioni organizzate dagli stessi agriturismi. Queste realtà rappresentano una finestra privilegiata sulle 467 specialità agroalimentari tradizionali e sui prodotti a denominazione della regione, frutto del lavoro di 52.000 aziende agricole locali che contribuiscono con un valore aggiunto di 3,9 miliardi di euro all’economia regionale.

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