Il tricolore sventola sulla filiera per il granturco da granella. Accordo raggiunto. Un aiuto alla produzione

Era molto importante per le organizzazioni degli agricoltori che si definisse in maniera sicura la filiera che segue il granturco di granella in modo che non venga messo in dubbio la provenienza del prodotto. La bontà dell’accordo è che alla firma ha partecipato l’intero mondo agricolo, cosa per niente scontata. L’accordo, siglato dalla filiera maidicola nazionale composta da Assalzoo in rappresentanza dell’industria mangimistica, AMI, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Copagri per i produttori agricoli, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari per il mondo cooperativo, Compag e AIRES per gli stoccatori e per gli essiccatori, Assosementi per le ditte sementiere e Origin Italia per i Consorzi di Indicazioni Geografiche, prevede l’applicazione di specifiche premialità per la granella di origine certificata e, qualora concordata tra le parti, per la sostenibilità e/o per specifiche caratteristiche qualitative del mais raccolto, che vanno ad aggiungersi al prezzo di acquisto che le parti potranno decidere di fissare in base a due diverse opzioni, scegliendo di legarlo all’andamento delle quotazioni delle borse merci oppure fissando un prezzo definito.
“Riunire intorno a un tavolo e mettere dalla stessa parte i produttori e le cooperative agricole, gli essiccatori, i centri di raccolta e l’industria mangimistica è una conditio sine qua non per assicurare un futuro al Primario, dimostrando con i fatti di credere e di puntare con decisione sulla strada degli accordi e dei contratti di filiera, favorendo al contempo l’aggregazione e l’incontro tra la domanda e l’offerta”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista, dando notizia della firma del nuovo Accordo Quadro per il granturco da granella di filiera italiana certificata, valido per il triennio 2023-2025.

“Soprattutto nel comparto maidicolo, di importanza strategica per le filiere agro-zootecniche-alimentari del Paese, per l’alimentazione animale e per le produzioni a denominazione d’origine, non si può prescindere dal fare sistema tra la produzione, lo stoccaggio, la trasformazione e la commercializzazione”, rimarca Battista, ricordando che “il mais rappresenta a tutti gli effetti una delle maggiori produzioni agricole del nostro Paese, la cui distribuzione appare maggiormente concentrata nelle aree settentrionali”.

“In una condizione quale quella attuale, caratterizzata da un drastico calo della superficie seminata a mais, che in Italia nel 2023 ha di poco superato gli 850mila ettari, di cui quasi 500mila di granturco da granella, appare ancora più importante stipulare accordi di questo tipo, fondamentali per favorire la ripresa produttiva”, continua il presidente, secondo cui “grazie all’Accordo Quadro si va anche ad agevolare la stabilità del settore, programmando la produzione, diversificando il rischio rispetto agli andamenti del mercato e andando al contempo a riconoscere e valorizzare il prodotto con le premialità relative all’origine nazionale, ai criteri di sostenibilità produttiva e ai valori di qualità del prodotto”.

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