In occasione della Giornata mondiale della fauna selvatica (WWD), istituita nel 2013 delle Nazioni Unite per celebrare la conservazione degli animali e delle piante selvatiche, l’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali Federcaccia porta i dati per evidenziare la sostenibilità della caccia oggi in Italia.
Un recente lavoro presentato al XXI Convegno Nazionale di Ornitologia proprio da parte dell’Ufficio Studi e Ricerche di Federcaccia ha dimostrato che l’incidenza del prelievo venatorio in Italia su 20 uccelli migratori sulle popolazioni è in media dell’1,84%, con una probabile sovrastima per molte specie, poiché si sono considerate le popolazioni europee e non quelle globali.
“Questo dato, unito alle tendenze favorevoli di molte specie cacciabili, tra cui quelle soggette a maggior prelievo – commenta Federcaccia – dimostra che la caccia come svolta oggi in Italia è sostenibile e rappresenta uno strumento di conservazione imprescindibile per la conservazione della fauna selvatica. Certamente c’è ancora da fare per migliorare gli ambienti e la gestione di alcune specie ma il principio da seguire è uno: l’uso sostenibile e i cacciatori come parte attiva nelle politiche di conservazione”.
Conservare e tutelare, quindi, non devono essere intesi come assoluto divieto di fare delle risorse naturali, fauna
e flora comprese, un uso sostenibile. L’uso sostenibile delle risorse, legato al coinvolgimento delle popolazioni locali – ricordano ancora da Federcaccia – stato ribadito recentemente dall’IUCN (l’Unione internazionale per la conservazione della natura, organizzazione non governativa internazionale con sede in Svizzera cui è stato riconosciuto lo status di osservatore dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) come fattore chiave per la conservazione della fauna selvatica.
“La caccia e la pesca svolte in modo sostenibile – evidenzia Federcaccia – sono le attività che assicurano la sopravvivenza a lungo termine delle specie di fauna selvatica, perché l’interesse dell’uomo per l’utilizzo corretto della risorsa fauna permette la conservazione e il ripristino degli habitat naturali, insieme al mantenimento dell’equilibrio fra le diverse specie”.
Ricordando come i cacciatori europei e italiani siano protagonisti di centinaia di progetti a favore delle specie selvatiche, descritti nel biodiversitymanifesto.com a favore sia di fauna cacciabile, sia protetta, oltre a numerose azioni di conservazione e ripristino degli habitat.
“In Italia – prosegue Federcaccia – il mondo venatorio conserva e ripristina migliaia di ettari di zone umide, nelle quali sostano, nidificano e si alimentano centinaia di migliaia di uccelli migratori, così come sono i fondi degli Ambiti Territoriali di Caccia e dei Comprensori Alpini e di molte Aziende Faunistico Venatorie a investire direttamente in colture a perdere, ripristino di siepi e boschetti, creazione di punti di abbeverata, contenimento del rododendro in aree alpine, coinvolgimento attivo nei monitoraggi“.