Bossoli rossi di cartucce tra i pomodori, la risposta dei cacciatori

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E’ stata appresa con un certo allarme, dai cacciatori, la lettera indirizzata alle associazioni venatorie con cui l’ANICAV – Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, Associazione di rappresentanza delle aziende private che operano nel settore della trasformazione del pomodoro e che aderiscono a Confindustria – ha evidenziato il rischio per il comparto, e di conseguenza per i consumatori, dell’abbandono dei bossoli delle cartucce sparate nei campi di pomodoro. In particolare quelle di colore rosso.

Una lettera che allarma molti cacciatori, che la considerano l’ennesima mossa per mettere paletti all’attività venatoria. Ma anche in quanto consumatori, perché il fatto che la raccolta automatica e le fasi successive di lavorazione non riescano a distinguere la plastica dalla verdura pone interrogativi su quello che mangiamo. E questo, evidentemente, non riguarda soltanto i bossoli delle cartucce sparate dai cacciatori, visti i tanti tipi di plastica che si trovano nei campi.

Questa la risposta che il presidente nazionale di Federcaccia, Massimo Buconi, ha indirizzato al responsabile di Anicav:

Egregio dottor De Angelis,
in risposta alla vostra del 27 febbraio siamo a informarvi che abbiamo provveduto a chiedere alle nostre sezioni sul territorio di sensibilizzare i nostri iscritti sulla problematica da voi evidenziata, facendovi tuttavia presente che la legge sulla caccia prevede già l’obbligo di raccogliere i bossoli usati e non abbandonarli nell’ambiente.
Tuttavia, da consumatori ci permettiamo di esprimere una certa preoccupazione di fronte alla vostra affermazione in merito all’impossibilità di rilevare corpi estranei nel prodotto destinato alla trasformazione alimentare sia in plastica che in metallo, materiali non certo legati alla realizzazione dei soli bossoli delle munizioni da caccia.
Da frequentatori assidui delle campagne, non possiamo non rilevare come spesso entrambi siano presenti anche nelle aree coltivate nelle più disparate forme e come quindi il problema non sia ascrivibile solo alla pratica venatoria.
Ovviamente non è nostra intenzione giustificare il comportamento di quanti fra i cacciatori ignorano non solo una, come detto, prescrizione di legge ma anche una normalissima pratica di buon comportamento e di rispetto evitando di abbandonare “rifiuti” nell’ambiente, ma crediamo vada rivolta la stessa richiesta di attenzione anche a tutti gli altri frequentatori delle campagne, operatori agricoli compresi.
Disponibili in ogni caso a trovare una soluzione condivisa al problema, porgiamo cordiali saluti.

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