La Uilpa Polizia penitenziaria è preoccupata dalla sentenza della della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’incostituzionalità dell’ordinamento penitenziario nella parte in cui non prevede che i detenuti possano effettuare colloqui senza il controllo a vista al fine di esercitare il diritto all’affettività, ivi compresa la sessualità. Una sentenza a seguito della quale il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, ha annunciato una sperimentazione in tal senso.
Per il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, queste dichiarazioni sono “molto preoccupanti per le ripercussioni sul carico di lavoro della polizia penitenziaria e su quel che rimane della sicurezza carceraria”.
Perché poi, ricorda De Fazio, si uniscono alle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dello stesso Capo del DAP circa “l’ampliamento del numero delle telefonate per i ristretti o, addirittura, la loro ‘liberalizzazione’ di diritto, atteso che quella di fatto è già in essere per via delle migliaia di telefoni cellulari fraudolentemente introdotti in carcere, e il quadro si fa ancora più complesso e di portata devastante”.
“Dopo aver giurato sulla Costituzione – spiega il segretario della Uilpa PP – siamo i primi a rispettare le sentenze della Consulta e comunque non compete a noi entrare nel merito di affettività e telefonate. Il nostro principale obiettivo, come operatori, come rappresentanti sindacali e come cittadini, è che le pene si scontino nell’alveo delle prescrizioni della Carta; come operatori anche al fine di vedere esaltata la nostra esclusiva professionalità. Certo, però, abbiamo il dovere di entrare nel merito delle condizioni di lavoro delle donne e degli uomini del Corpo di polizia penitenziaria cui, per la sola ‘colpa’ di essere al servizio dello Stato, il diritto all’affettività viene, quantomeno, fortemente compresso da carichi di lavoro oltre i limiti dell’umana sopportazione e turni di servizio che si protraggono ben oltre le 12 ore raggiungendo, talvolta, persino le 24 ore ininterrotte”.
“Proprio per discutere dei carichi di lavoro della Polizia penitenziaria, cui mancano almeno 18mila unità, con una nota indirizzata al sottosegretario con delega al personale, Andrea Delmastro delle Vedove, e per conoscenza agli stessi ministro della Giustizia e Capo DAP – informa De Fazio – abbiamo chiesto l’apertura di un confronto sul tema già dalla settimana prossima. Sia chiaro che non vogliamo alimentare alcuna contrapposizione e che per questo non abbiamo indirizzato la missiva al sottosegretario Andrea Ostellari, con delega ai detenuti, ma ‘semplicemente’ pretendiamo che anche i diritti costituzionali e contrattuali degli appartenenti alla Polizia penitenziaria siano riconosciuti. Noi faremo come sempre il nostro dovere indipendentemente dalle scelte della politica sugli aspetti detentivi, che si possono condividere o meno, ma si assumano le 18mila unità mancanti, si adeguino e si rendano sicure e salubri le strutture, si forniscano gli equipaggiamenti, si implementino le strumentazioni. Non si può consentire l’affettività con l’affetto degli altri”.