Trasporti e logistica, il documento Confindustria

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Intervenire sul sistema nazionale del trasporto e della logistica, anche con interventi infrastrutturali, per garantire competitività all’Italia. Confindustria ha presentato un documento in cui si propongono una serie di azioni per migliorare la complementarietà tra produzione e logistica. Proponendo l’Italia come “ponte” tra il Mediterraneo e il Nord Europa.

Nel documento Industria, Trasporti, Logistica e Infrastrutture: INSIEME per la competitività del Paese”, sono indicate le linee strategiche di politiche industriali in questo ambito.

Il sistema della logistica e del trasporto cresce, da diversi anni, a ritmi ben superiori rispetto a quelli del Pil. Il valore totale delle attività logistiche in Italia nel 2023 è di 135,4 miliardi di euro, l’8,2% del Pil Italiano e occupa circa un milione e 400 mila addetti operanti nel settore. La logistica terziarizzata rappresenta il 45,3%, pari a 61,3 miliardi di euro, al netto degli scambi interni alla filiera.

Del resto, il peso crescente dell’export rende sempre più centrale la questione degli investimenti e della pianificazione, nel medio e lungo periodo, nei settori dei trasporti e delle infrastrutture. Soprattutto verso i Paesi europei, verso il quali avviene il 60% degli scambi commerciali del Paese. Con i valichi alpini che svolgono un ruolo determinante sia per il trasporto ferroviario, sia per quello stradale.

Ma allo stesso tempo la crescita dei mercati extra-europei porta a focalizzare l’attenzione anche sullo sviluppo di porti ed aeroporti.

Il sistema logistico moderno, per Confindustria, deve essere un fattore di competitività per il settore manifatturiero, col quale sussiste un rapporto di connaturale interdipendenza.

L’invito è ad uscire dall’ottica in cui logistica e trasporti sono considerati solo come un costo e non come un asset competitivo su cui far leva. In Italia, viene evidenziato, è nettamente preponderante la logistica orientata alla distribuzione. Inoltre, rispetto agli altri Paesi Ue, la componente stradale è molto forte e il mix risulta meno equilibrato. L’offerta logistica, così frammentata, presenta costi meno competitivi rispetto ai grandi operatori internazionali.

Superare i vincoli

“Nel quadro delle proposte per lo sviluppo e l’ammodernamento dei trasporti e della logistica nazionali – scrive Confindustria – è, innanzitutto, necessario un miglioramento della programmazione infrastrutturale e della qualità dei progetti e delle opere da realizzare. Emerge la necessità di un’efficiente regolamentazione dei contratti pubblici, di un buon funzionamento del sistema portuale e della definizione di un efficace piano nazionale degli aeroporti. Le procedure burocratiche devono essere semplificate e digitalizzate e rimossi i vincoli obsoleti e i colli di bottiglia”.

Le aree di intervento

Nel documento viene trattata innanzitutto la gestione dei valichi alpini (dai quali transita il 60% degli scambi commerciali italiani). Manca una visione nazionale, un ruolo più pregnante dell’UE e un’analisi dello scenario di sviluppo del traffico dei valichi.

Il secondo ambito di intervento è l’intermodalità. Un ambito in cui le inefficienze infrastrutturali e di servizio determinano uno sfavorevole rapporto qualità/prezzo dell’offerta. Svolgono un utile contrappeso il Ferrobonus ed il Marebonus (Sea modal shift) che, però, devono ricevere una maggiore dotazione finanziaria.

Il terzo ambito di intervento dovrebbe incentrarsi sulle infrastrutture logistiche, come ad esempio gli interporti.

Navi e aerei

Per il trasporto marittimo, Confindustria sollecita una rinnovata strategia industriale che miri soprattutto alla semplificazione dei processi burocratici tramite la digitalizzazione, all’investimento mirato di nuove risorse, a garantire l’indipendenza della catena di approvvigionamento nazionale.

Quanto al trasporto aereo delle merci, la strategia nazionale dovrebbe puntare a garantire livelli competitivi con i principali aeroporti europei, tramite semplificazione delle procedure doganali, digitalizzazione dei sistemi logistici aeroportuali e l’efficace integrazione degli aeroporti con le altre reti di trasporto (sviluppo di cargo city aeroportuali).

Per la digitalizzazione nel settore dei trasporti, secondo Confindustria è necessario stimolare l’uso di applicazioni operative e di alcune tecnologie come, ad esempio, i Big Data, la Blockchain, la Cybersecurity e l’AI. Necessarie anche politiche pubbliche volte a favorire l’automazione dei magazzini logistici e dei centri distributivi e la digitalizzazione delle imprese di trasporto e di tutta la filiera logistica.

Quanto alla circolazione delle merci, gli obiettivi devono coniugare efficienza, sicurezza e continuità produttiva e logistica. Serve un ammodernamento del calendario nazionale dei divieti, la sua armonizzazione a livello Ue, la revisione della normativa relativa ai trasporti eccezionali e, per quanto riguarda le merci pericolose, una definizione più chiara della cd. sosta “tecnica”.

Rinnovo mezzi ed energia

C’è poi il tema della sostenibilità, anche ambientale. Confindustria guarda al rinnovo del parco circolante in un’ottica “green”, con una riforma del Fondo Investimenti Autotrasporti, con una congrua dotazione finanziaria per il periodo 2023-2026;

Per i vettori energetici, l’infrastruttura logistica è chiamata a garantire alti livelli di flessibilità e di adattabilità per assicurare la continuità dell’approvvigionamento, anche dei combustibili più innovativi. A tale scopo, devono essere semplificate ed accelerate le procedure autorizzative;

In merito al fabbisogno energetico degli immobili logistici e la loro localizzazione, si deve puntare sulla capacità di autoproduzione ed autoconsumo di energia da parte delle aziende della logistica, sostenendo i loro investimenti per l’acquisto di sistemi di accumulo e per la messa in opera di colonnine di ricarica per i mezzi elettrici.

Il personale

Inoltre, riveste particolare importanza la questione del capitale umano: la sua formazione e il suo reperimento costituiscono un ostacolo allo sviluppo del settore logistico. Per superarlo, bisognerebbe integrare i percorsi formativi degli istituti tecnici con indirizzi specifici, rivedere i programmi formativi d’intesa con le aziende del settore e spingere sull’impiego della forza lavoro immigrata.

L’Autorità

Infine, è necessaria un’attenta revisione del ruolo dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, soprattutto per quanto riguarda il suo ambito di competenza ed il suo finanziamento che coinvolge eccessivamente le imprese del settore logistico e trasportistico.

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