La sfida del Sulcis Iglesiente vale i 367 milioni di euro destinati dalla Commissione Europea.

Tanti soldi e una grande opportunità si è appalesata davanti all’economia del Sulcis Iglesiente e sono quelli del Just Transition Fund-Piano Territoriale. La somma dovrebbe andare alle quasi diecimila imprese del territorio per permettere loro di far il salto di qualità e mettersi la crisi alle spalle. Lunedì prossimo, 15 gennaio, si terrà un convegno proprio capire le dinamiche e le possibilità. Tutti, allora, a Carbonia nella Grande Miniera di Serbariu per l’incontro organizzato da Confartigianato Imprese Sud Sardegna, Coldiretti e Confapi Sardegna, dal titolo “Just Transition Fund – Il Nuovo programma europeo e le opportunità per le imprese del Sulcis Iglesiente: quali progetti”?
Il programma dell’iniziativa prevede, dopo i saluti istituzionali e l’introduzione ai lavori, l’illustrazione dello strumento JFT-Piano Territoriale Sulcis Iglesiente a cura del Centro Regionale di Programmazione, soggetto deputato a strutturare i bandi di accesso alle risorse. Successivamente verrà dato spazio al dibattito e al confronto con i cittadini e le imprese presenti all’incontro.
La Commissione Europea, ha infatti individuato il Sulcis Iglesiente come area interessata dal programma europeo e quindi supportata dal ‘Fondo per la Transizione Giusta’, ovvero lo strumento finanziario che mira a fornire sostegno ai territori che devono far fronte a gravi sfide socio-economiche derivanti dalla transizione verso la neutralità climatica. In questo modo, il Sulcis, con una spendita delle risorse che dovrà essere conclusa entro il 2026, potrà contare in tempi relativamente brevi su una importante leva di sviluppo e riconversione che avvia quel processo di crescita di cui da anni si sente urgente bisogno, più incentrato sulle reali esigenze delle Comunità e in linea con gli obiettivi legati a uno sviluppo sostenibile.
Il JTF si propone di stimolare la diversificazione economica nei settori della green economy, dell’agricoltura, del turismo e dell’economia marina del territorio e di promuovere innovazioni di processo, di prodotto, organizzative e di marketing; di sostenere progetti di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico a favore delle PMI; di ripristinare le aree contaminate e riabilitarle per consentire nuove attività economiche; di aiutare i lavoratori ad acquisire nuove competenze attraverso corsi di formazione, oltre a rafforzare il sostegno alle persone in cerca di lavoro e ai servizi dedicati alla creazione di nuove imprese; di facilitare la creazione di comunità di energia rinnovabile per ridurre la povertà energetica e sostenere processi di ottimizzazione e riduzione del consumo energetico delle PMI.
Nell’area interessata, 23 comuni, si contano complessivamente 9.519 imprese, di cui circa 1.968 artigiane, il 20,7% della forza produttiva del territorio. Del totale delle attività fanno parte anche 2.500 realtà gestite da donne, nella quale operano 400 aziende artigiane. A Carbonia ci sono 2.020 imprese di cui 486 artigiane (24.1%), a Iglesias 1.870 di cui 381 artigiane (20,4%), a Sant’Antioco 842 di cui 167 artigiane (19,8%). Il più alto indice di artigianalità lo si trova a Gonnesa con il 25,7% (80 artigiane su 311 attività produttive).
“L’auspicio è che si possa dar vita ad un presente di collaborazione attiva e di sforzi congiunti tra Istituzioni, imprese e cittadini – affermano Fabio Mereu, Norella Orrù e Pietro Paolo Spada, Presidente, Vicepresidente e Segretario di Confartigianato Sud Sardegna – con l’obiettivo di realizzare una transizione sostenibile che, vedendo impegnati in un lavoro sinergico settore pubblico e privato, tenga conto delle esigenze economiche, sociali e ambientali del territorio”. “I fondi del JTF – proseguono Mereu. Orrù e Spada – sono uno strumento fondamentale per la diversificazione e la trasformazione del tessuto economico e sociale dell’intera area del Sulcis Iglesiente, sia ai fini del raggiungimento della neutralità climatica, sia in ottica della formazione e della riqualificazione delle risorse umane destinate a supportare il percorso di riconversione territoriale al quale è obbligatorio mirare”. “I 367 milioni di euro di finanziamenti europei devono diventare un momento di svolta per un territorio – concludono i rappresentanti di Confartigianato Sud Sardegna – che da troppi anni si trova ad affrontare una profonda crisi economica e sociale, nata con la fine delle attività minerarie ed aggravatasi con le difficoltà del comparto industriale”.

Exit mobile version