Consorzi Bonifica in Calabria, l’incertezza preoccupa i sindacati

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L’incertezza sul futuro dei dipendenti dei Consorzi di Bonifica calabresi preoccupa i sindacati. “Addirittura, ancora non si conoscono le condizioni alle quali, dal prossimo gennaio, opereranno le maestranze degli ex Enti consortili provinciali, Alto Jonio Reggino, Tirreno Reggino e Basso Jonio Reggino”, accusano i segretari generali FLAI CGIL REGGIO CALABRIA Nicola Rodi, FAI CISL REGGIO CALABRIA Antonino Zema e FILBI UIL REGGIO CALABRIA Giuseppe Zappia.

Disagi e preoccupazione che crescono di giorno in giorno. “Va fatta assoluta e immediata chiarezza su diversi temi fondamentali per i lavoratori – scrivono i sindacati – tra cui trasferimenti (considerato in palese contrasto con l’art. 159 del contratto collettivo nazionale del lavoro), organizzazione del lavoro, fruizione di malattie, ferie, permessi, aspetti su cui ancora non si ha alcuna notizia in merito. Serve sicuramento maggior confronto con le parti sociali, specie quando vengono apportate modifiche sostanziali che determinano direttamente le condizioni di lavoro e impattano pesantemente sulla vita dei lavoratori, compresi i diritti previdenziali e retributivi”.

La proposta di modifica della legge demanda all’Ufficio di presidenza la costituzione, modifica e risoluzione dei rapporti di lavoro del personale dipendente senza prevedere alcuna consultazione/confronto con le organizzazioni sindacali, anzi sopprimendo addirittura il comma che prevedeva che tale onere fosse di competenza del Consiglio dei delegati (di cui fanno parte anche i sindacalisti) e che tale organo potesse esprimersi in merito solo previa relazione del Direttore generale e sentite le stesse organizzazioni sindacali.

“I lavoratori della Bonifica del nostro territorio meritano maggior rispetto”, tuonano i sindacati, che chiedono un profondo e doveroso atto di responsabilità da parte della classe politica, chiamata e determinarsi nei confronti di questi dipendenti dei Consorzi di bonifica. “Che non possono essere sempre coloro – concludono i sindacati – che pagano il prezzo di criticità e inefficienze”.

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