Dopo aver perso il carico, provocando la morte di due giovanissimi, si è dileguato. Quando è stato rintracciato dai carabinieri nella sua abitazione, il 39enne si è rifiutato di sottoporsi all’alcoltest. Probabilmente aveva bevuto. Considerando anche che in agosto la patente gli era stata sospesa per guida in stato di ebbrezza.
Anche il mondo dell’autotrasporto si interroga sulla tragedia avvenuta nei pressi di Reggio Emilia, costata appunto la vita a un ragazzo di 19 anni e ad un di 21, con un altro giovanissimo in ospedale in gravi condizioni.
Il camionista che era alla guida del mezzo che ha perso il suo carico di elementi in acciaio è stato arrestato. Pesantissime le accuse nei suoi confronti, secondo quanto emerso dai primi rilievi.
“Quanto accaduto a Reggio Emilia è un fatto inaudito e auspichiamo che nei confronti dell’autista vengano presi tutti i provvedimenti che la legge prevede, commenta la presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini. Che aggiunge: “Mettersi alla guida con la patente sospesa e, in un incidente, provocare la morte di due giovani è un delitto la cui gravità le parole non riescono nemmeno ad esprimere compiutamente. Il responsabile dell’incidente non può certo definirsi un autista o un autotrasportatore, semplicemente siamo davanti a un criminale e in questo modo va trattato”.
“Tutti gli uomini e le donne che si mettono alla guida di un mezzo e in particolare di un autocarro, in condizioni psicofisiche compromesse o, addirittura senza patente, mettono a repentaglio la vita loro e di tutti gli utenti della strada provocando disastri irrimediabili come quello di venerdì – conclude Cinzia Franchini -. A questo si aggiunge il fatto che l’uomo non si è neppure fermato a prestare soccorso alle vittime aggiungendo anche il suo nome al terribile elenco di pirati della strada che nei primi nove mesi di quest’anno hanno ucciso in Italia 72 innocenti”.