Meteo estremo, conseguenze a macchia di leopardo sui vigneti toscani

vino

Caldo anomalo e lunghi periodi di siccità seguiti a piogge intense. E conseguenti malattie funginee.  il 2023 è stato un anno difficile per i vigneti toscani a causa di fenomeni estremi.

la conseguenza è che le produzioni hanno subito un calo a macchia di leopardo, con riduzioni importanti in alcune aree della regione, spiegano dalla Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali Toscana.

Notevole è stata la differenza nella pressione delle malattie fungine, come la peronospora, anche in vigneti a poca distanza gli uni dagli altri: quelli bagnati più frequentemente dalle piogge o localizzati in zone più umide hanno subito gli attacchi più pesanti, che hanno compromesso frazioni importanti di produzione. Situazioni più favorevoli, (terreni meno umidi e piogge meno frequenti, varietà più resistenti), assieme alla capacità di imprese e consulenti hanno consentito di mantenere alte le produzioni e la qualità delle uve.

Secondo il report di Fabio Burroni, ODAF Firenze, e Marco Pierucci, ODAF Arezzo, nei casi in cui la peronospora ha originato infezioni, i danni si sono protratti fino a tutto agosto, soprattutto a carico dei grappoli. A Firenze e Siena vitigni come Merlot e Malvasia bianca e nera hanno mostrato una maggiore sensibilità e riportato i maggiori danni mentre il Sangiovese ha mantenuto produzione e qualità nella maggior parte dei casi.

Situazione più semplice sulla costa: nel basso livornese e in alcune zone del grossetano i vigneti sono stati meno colpiti, rispetto a molte altre aree della Toscana.

La gestione fitosanitaria del vigneto si è fatta più complicata nelle aziende biologiche: i regolamenti comunitari hanno ridotto significativamente il numero e la quantità di fitofarmaci utilizzabili e, in queste condizioni, la conoscenza approfondita dei patogeni e delle loro dinamiche è diventata più che mai essenziale.

“In una campagna viticola non semplice, come quella che ci stiamo avviando a concludere, il supporto di tecnici qualificati e capaci di operare oculatamente nel vigneto, ha potuto fare una reale differenza fra ‘vendemmia’ e ‘non vendemmia’ – commenta Alfredo Tocchini, dottore agronomo ed enologo libero professionista, che prosegue -. Come in molti altri settori anche l’attività agricola richiede sempre maggiori competenze sulla biologia dei parassiti e sugli strumenti che il progresso mette a disposizione e che vanno ad affiancare l’indispensabile esperienza professionale”.

“I rilievi in campo, i bollettini fitopatologici, i dati delle stazioni meteo aziendali e l’uso di droni sostengono l’agronomo nella lettura della situazione e lo mettono in condizioni di individuare le possibili criticità e proteggere i vigneti” afferma Riccardo Clemente, ODAF Siena.

Anche in un difficile 2023 il supporto di agronomi qualificati e competenti ha permesso di gestire al meglio malattie in campo e, in molti casi, ottenere produzioni di qualità elevata senza subire danni.

Articoli correlati

coldiretti
Dal 15 marzo al 16 maggio 2025, le imprese agricole potranno accedere a un'importante opportunità...
Letizia Cesani
Giro di vite sulle frodi alimentari: un’azione concreta per proteggere agricoltori e consumatori...
Frodi, concorrenza sleale e cambiamenti climatici mettono in difficoltà il settore apistico toscano: ecco cosa...

Altre notizie

Altre notizie