La frutta? Meglio senza plastica

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Il 78% degli italiani preferisce la frutta sfusa, senza le vaschette di plastica. E’ quanto emerge da un’indagine Ipsos commissionata da Marevivo, con il sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati, sull’utilizzo della plastica da parte del mercato. I dati emersi sono significativi ed evidenziano una eccessiva presenza di confezioni monouso in plastica per frutta e verdura.

Dalle risposte si nota che l’82% degli italiani mangia ogni giorno frutta e/o verdura, ma soprattutto che ogni anno si consumano oltre 1,2 miliardi di vaschette monouso per il loro imballaggio, principalmente non riciclabili e dannose non solo per l’impatto ambientale, dato dal costo in termini di co2 per la produzione e lo smaltimento di questi materiali, ma anche per la possibilità di contaminazione degli alimenti, in quanto composte da sostanze potenzialmente dannose per la salute.

Inoltre, per i consumatori, l’acquisto di frutta e verdura sfusi è considerato la normalità, solo il 36% fatica ad abbandonare gli imballaggi monouso in plastica.

Secondo gli intervistati – evidenzia , sono due i principali vantaggi derivanti dall’acquistare frutta e verdura sfuse: la possibilità di scegliere la quantità esatta di prodotto da consumare (35%) e di constatare con certezza la qualità di tutti i prodotti che si stanno acquistando (29%).

Sulla base di questi dati Marevivo rilancia l’appello dell’Ue chiedendo l’abolizione degli imballaggi in plastica a partire dalle scuole.

Proprio l’Unione Europea ha stimato che ogni cittadino residente in Europa genera quasi 180 kg di rifiuti da imballaggi in plastica ogni anno, un dato in sensibile aumento. Per invertire questa tendenza – ormai insostenibile – ha proposto un regolamento sugli imballaggi finalizzato da un lato a ridurre i rifiuti in plastica e dall’altro a migliorare il riciclo di quella in circolazione. Tra le proposte c’è proprio quella di diminuire gli imballaggi monouso di plastica/polistirolo per frutta e verdura ancora non lavorata (escluse quindi per esempio le macedonie o i minestroni), legge già presente in Francia e Spagna.

 

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